Campo dei veleni, bonifica rinviata

Primo round ai proprietari del terreno nella battaglia giudiziaria che si è innescata dopo il sequestro di alcuni mappali di un’area incolta (in parte appartenente al Comune di Lodi) in fregio a viale Milano, a poche decine di metri dal tribunale. Nel 2012 la Forestale aveva perimetrato l’area e apposto i sigilli dopo aver effettuato alcuni sondaggi dai quali erano emersi frammenti di lapidi funerarie e macerie edili. Successive analisi avevano escluso la presenza di rifiuti pericolosi, ma secondo gli inquirenti quel materiale avrebbe dovuto essere rimosso. E così l’ufficio tecnico del Comune di Lodi nel marzo del 2013 aveva predisposto uno studio geologico, ma solo il 14 gennaio scorso era stata formalizzata un’ordinanza, destinatari i 6 comproprietari dell’area privata, che ordinava di provvedere “entro e non oltre giorni 60 dal ricevimento a inviare agli enti competenti il piano di smaltimento dei rifiuti” e ad avviare i conseguenti lavori “entro e non oltre i 90 giorni”.

Secondo la procura della Repubblica però quell’ordinanza avrebbe dovuto essere emessa molto prima, e per questo i due dirigenti comunali Luigi Trabattoni, peraltro appena andato in pensione, e Giovanni Ligi, tuttora dirigente del settore urbanistica - manutenzione e patrimonio del Broletto, hanno ricevuto un mese fa l’avviso di fine indagini per “gestione illecita di rifiuti”.

Prospettandosi per la rimozione delle macerie un onere da decine di migliaia di euro, i privati hanno fatto ricorso al Tar contestando l’ordinanza, e la giustizia amministrativa ha concesso la sospensiva, rendendo temporaneamente inefficace l’ordine del Broletto: secondo i giudici amministrativi il provvedimento comunale “è stato assunto senza il parere di Arpa e senza alcuna motivazione circa l’eventualità di poterne prescindere“ e ordinanze di questo tipo “sono un atto del sindaco”. Inoltre il Broletto non avrebbe accertato “dolo o colpa” dei proprietari, nei cui confronti peraltro risulta che nemmeno la Procura abbia deciso di procedere.

Visto che per il Tar i dirigenti comunali non sono competenti su queste ordinanze e che invece il loro dovere di intervenire presunto dagli inquirenti è stato ragione della loro incolpazione, uno dei legali dei dirigenti ha depositato in procura copia dell’ordinanza del Tar. Potrebbe conseguirne il proscioglimento di Trabattoni e Ligi, ma anche la ricerca di un altro indagato.

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