Caccia e pesca, i “furbetti” nel mirino della polizia provinciale di Lodi

È stato un 2021 intenso per gli agenti nonostante le carenze di personale

Quasi 50 controlli sull’attività di pesca, poco meno di 400 quelli sulla caccia, rispettivamente con 6 e 39 sanzioni amministrative erogate, e tre denunce penali. E poi le attività sui rifiuti e sugli scarichi idrici, e il recupero della fauna selvatica. «La polizia locale della provincia di Lodi c’è e ci sarà. Nonostante le forze ridottissime, proviamo a fare tutti i servizi e le attività di competenza, e nel piccolo le facciamo bene» il commento del presidente della Provincia Francesco Passerini durante la presentazione delle attività svolte nel corso del 2021 dalla polizia provinciale.

«La polizia locale della provincia ha compiti di tutela del territorio, soprattutto in materia ambientale – ha introdotto i dati il presidente della Provincia di Lodi Francesco Passerini -. Gli effetti lunghi della sciagurata riforma Delrio hanno portato il comando a tre soli operativi. In queste condizioni è difficile dare il servizio che si vorrebbe, ma i numeri del 2021 dimostrano che, pur tra mille problemi, c’è il massimo impegno a fare tutte le attività di competenza. Nella speranza che il 2022 porti il superamento definitivo della Delrio, e si possa potenziare il comando».

I numeri vanno letti proprio nell’ottica di un comando composto da soli tre operativi. Le operazioni di controllo sulla pesca sono state 49, con 66 pescatori controllati, quelle sulla caccia 397 con 589 cacciatori controllati. Le sanzioni amministrative correlate ad attività di pesca sono state 6, quelle sulla caccia 39 con 7 verbali di sequestro amministrativo della selvaggina abbattuta irregolarmente. Le sanzioni sulla caccia riguardano il mancato rispetto delle distanze da strade e centri abitati, la mancata annotazione sul tesserino venatorio dei capi abbattuti e il mancato utilizzo di indumenti ad alta visibilità. Tre soggetti sono stati deferiti all’autorità giudiziaria, uno per essere stato sorpreso in attività venatoria in periodo di divieto, altri due per l’utilizzo di mezzi vietati. Le attività di controllo sono avvenute con il supporto del servizio volontario di vigilanza Gev per 2mila 666 ore di servizi.

Sono stati 24 i capi di fauna selvatica in difficoltà recuperati e portati al Cras di Vanzago, «pari a circa il 40 per cento delle segnalazioni arrivate – ha spiegato il coordinatore del comando di polizia locale provinciale Massimiliano Castellone -. Cerchiamo di rispondere sempre a tutti, ma il numero è quello che è. La gente però deve sapere che non ci voltiamo dall’altra parte, ma facciamo il possibile». Accanto a queste attività ci sono poi le operazioni di censimento della fauna selvatica, il recupero delle carcasse di fauna selvatica, i controlli sui ripopolamenti. Inoltre, è proseguita l’attività sui rifiuti, che ha prodotto 2 verbali, e quella sugli scarichi idrici, con 17 verbali.

«Quello che manca è l’attività di controllo stradale, ma ci arriveremo – spiega Massimiliano Castellone -. Per il resto c’è tanta attività gestionale che non si vede, e poi ci sono le emergenze sanitarie che ci impegnano e preoccupano, oggi l’aviaria, la west nile e soprattutto la peste suina africana. Si fa tutto il possibile, anche con il supporto delle Gev e delle guardie venatorie volontarie. E dell’amministrazione provinciale, che non ci ha fatto mancare le risorse per migliorare la dotazione strumentale». Quest’anno sono state adeguate le dotazioni individuali, a partire dalle divise, per 7mila euro circa, ed è stato comprato un binocolo termico in grado di vedere le variazioni di calore dei corpi umani e degli animali, ma anche di eventuali sostanze inquinanti nell’acqua, per 5mila 200 euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA