Brega Massone, pazienti lodigiani al processo

Oltre 50 persone «operate inutilmente», molti erano stati “reclutati” in ambulatori a Lodi e Casale

Ci sono altri pazienti del Lodigiano, almeno una decina quelli costituiti parte civile, che attendono giustizia per le tristemente note vicende legate alle accuse al chirurgo toracico pavese Pier Paolo Brega Massone, già condannato in primo grado a 15 anni e 6 mesi di reclusione all’esito di un primo processo che riguardava un’ottantina di interventi effettuati tra il 2005 e il 2006 alla ex clinica Santa Rita di Milano, ora diventata “clinica Città studi” dopo il decesso del socio unico, il notaio Francesco Pipitone, che aveva patteggiato la pena.

Interventi chirurgici ritenuti dalla magistratura “inutili e dannosi”. Da gennaio il chirurgo è libero, dopo aver trascorso cinque anni e mezzo in carcere in custodia cautelare, perché la Cassazione ha chiesto alla corte d’appello di rideterminare la pena considerando quei capi d’imputazione che sono caduti in prescrizione, dato che l’accusa più grave nel primo processo era di “lesioni volontarie”. Visto il tempo trascorso tra l'epoca dei fatti e il verdetto, alcune delle accuse sono inevitabilmente cadute nonostante il verdetto le avesse ritenute fondate.

Lo stesso medico però è attualmente imputato in corte d’assise a Milano per un processo bis, che riguarda quarantasette episodi di lesioni e quattro contestati come “omicidio volontario” per altri interventi, che sarebbero stati eseguiti fino al 2007 e che si erano svolti anche nella casa di cura San Carlo di Milano. All’esito di questo nuovo procedimento procedimento i pm Tiziana Siciliano e Grazia Pradella hanno chiesto l’ergastolo per il chirurgo e anche per un suo collaboratore, F.P..

Secondo la pubblica accusa vi era l’intenzione deliberata di effettuare operazioni senza verificare fino in fondo tutti i rischi allo scopo di procurarsi “lavoro” retribuito, passando sopra le dovute considerazioni su cosa sarebbe stato meglio fare per i pazienti. Un metodo di chi il chirurgo toracico è considerato il regista. Ora, oltre a molti ex pazienti, sono costituiti parte civile anche la casa di cura San Carlo e Regione Lombardia.

Ieri in corte d’assise a Milano hanno preso la parola i difensori di altri medici coimputati, per i quali erano state richieste pene minori. La prossima udienza si tiene domani, quindi il verdetto arriverà sicuramente prima di Pasqua.

Brega Massone attingeva pazienti anche presso ambulatori curati dalla Lega italiana per la lotta ai tumori a Lodi e a Casalpusterlengo. Per questo motivo, tra i molti ex pazienti costituiti parte civile in questo nuovo processo, ci sono più di una decina di lodigiani. Si tratta soprattutto di persone che hanno sofferto di tumore al seno. Tre sono assistiti dall’avvocato Paolo Sorlini, con studio a San Donato Milanese. «Nel primo processo abbiamo visto casi particolarmente dolorosi, come quello di una suora – ricorda l’avvocato -. In questo ulteriore giudizio le conclusioni della pubblica accusa sono state molto incisive». Tre ex pazienti lodigiani nel primo filone erano stati risarciti con 230mila euro complessivi.

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