Benedetto XVI, il Lodigiano
si mobilita per l’addio al Papa emerito. Il video da piazza San Pietro

Monsignor Malvestiti concelebrerà le esequie presiedute dal Santo Padre, sono attesi a Roma almeno 60mila fedeli

Anche la diocesi di Lodi partecipa ai nove giorni di lutto che la Chiesa universale sta vivendo, unendosi alla preghiera di suffragio per Benedetto XVI, tornato alla casa del Padre nel tramonto del 2022, rendendo l’anima nella serenità come ultimo, definitivo Te Deum di ringraziamento al Signore.

In cattedrale, l’immagine di Joseph Ratzinger è posta accanto all’altare, il sorriso del papa emerito ha accompagnato le funzioni dell’inizio dell’anno, con l’affidamento a Maria santissima e la preghiera per la pace.

Nel frattempo, in Terra Santa, il vescovo e i pellegrini lodigiani hanno pregato a Nazareth nella Basilica dell’Annunciazione e hanno ricordato il defunto in tutte le celebrazioni eucaristiche di questi giorni. Il vescovo Maurizio, infatti, era partito per la Terra Santa dopo il Natale, accompagnato da un nutrito gruppo di pellegrini del Lodigiano. Ma una volta appresa la notizia della morte del Pontefice emerito, ha subito mandato il suo messaggio di cordoglio, e ha affidato il suo ricordo anche alle pagine del Cittadino, chiedendo la memoria nella preghiera.

I fedeli in visita in San Pietro

«Chiedo all’intera diocesi - ha scritto il vescovo Maurizio in una lettera -, insieme al vescovo emerito Giuseppe, di condividere il suffragio per lui in tutte le celebrazioni, secondo le indicazioni della Santa Sede e della Conferenza Episcopale italiana, affinché egli sia accolto nella pace del Signore tra i successori di Pietro e dei santi Apostoli, quale pastore fedele e sollecito».

A Roma, la salma del Santo Padre è esposta nella camera ardente per tre giorni, mentre il 5 gennaio, alle ore 9.30, saranno celebrati i funerali, solenni ma sobri, come lo stesso Benedetto aveva chiesto. La celebrazione sarà un evento storico, per i 60mila fedeli attesi in San Pietro, ma anche perché un papa presiederà la funzione per il suo predecessore. Alla cerimonia parteciperanno un gran numero di cardinali e vescovi provenienti da tutto il mondo, per rendere l’ultimo saluto a una figura centrale per la storia della Chiesa tra il Novecento e il nuovo millennio. Joseph Ratzinger, infatti, era stato testimone del Concilio Vaticano II, profondo interprete della modernità, studioso impegnato nel decifrare le opportunità e le sfide della Chiesa nel rapporto con il mondo contemporaneo. E la sua figura era stata fondamentale non soltanto per la Cristianità, ma anche per la civiltà europea, che in lui aveva trovato un mite ma instancabile difensore dei suoi valori fondanti.

Alle esequie parteciperà anche il vescovo Maurizio, che rappresenterà tutta la diocesi e la Chiesa laudense concelebrando insieme al Pontefice. Il vescovo anticiperà il rientro dalla Terra Santa per arrivare a Roma la sera del 4 gennaio. Il 5, invece, dopo il momento solenne della celebrazione, il vescovo Maurizio rientrerà a Lodi per celebrare la solennità dell’Epifania. Durante la celebrazione del 6 gennaio, che si terrà in cattedrale alle ore 18. «In quell’occasione - ha comunicato il vescovo Maurizio - avremo un ricordo speciale in diocesi, al quale sono invitati ad unirsi in comunione spirituale tutte le parrocchie e le comunità religiose, le associazioni, i gruppi e i fedeli laici».

La preghiera dei cristiani diventa così il modo migliore per ricordare un uomo che ha servito la Chiesa con lo studio, con l’attività pastorale e soprattutto, negli ultimi anni, con la preghiera. Preghiera come «risposta di una libertà ad un’altra libertà, incontro d’amore», nella consapevolezza che «non la negazione della persona, ma il suo gesto più alto, l’amore, crea quell’unità di cui noi, creature del Dio uno e trino, aneliamo fin dal profondo della nostra esistenza». L’unità cui il Santo Padre è tornato nella mattina del 31 dicembre, lasciando a tutti - credenti e non credenti - una testimonianza e un messaggio quantomai attuale in una società che, sempre più, cerca di mettere da parte non solo Dio, ma anche le domande ultime che sono radicate nella coscienza umana. «La fede non è una via comoda. Chi la presenta così, fallirà. Essa pone l’uomo davanti all’aspirazione più elevata, perché sa quanto l’uomo vale. Ma proprio perché fa ciò, è bella e adeguata alla nostra natura. Se il nostro sguardo sa coglierla in tutta la sua grandezza e profondità, allora la fede porta in sé le risposte che la nostra epoca attende».

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