Bar del Paesaggio, scatta l’esposto

Un altro esposto sulle spalle del Broletto. Lo ha presentato il Movimento 5 Stelle alla Corte dei conti di Milano, sul tanto discusso Bar del Paesaggio; il documento è stato protocollato lo scorso 24 luglio. L’opera, costata circa 300mila euro, si trova in zona Isolabella, è stata realizzata in ritardo ed è al momento inutilizzabile. Il consigliere comunale Luca Degano e il militante Massimo Casiraghi vogliono vederci chiaro, mentre il sindaco Simone Uggetti ha chiesto una relazione tecnica agli uffici per valutare il da farsi.

Il primo punto sollevato dai 5 Stelle è il seguente: durante l’esecuzione dei lavori sono state apportate delle modifiche al progetto originale, «con l’eliminazione di rilevanti opere di qualificazione», senza che però il costo totale dell’opera diminuisse e senza che venissero fornire delle spiegazioni o dimostrati i benefici dell’operazione. «Quando siamo andati a vederlo - sostengono Degano e Casiraghi - mancavano parquet, riscaldamento a pavimento, impianto fotovoltaico. Com’era possibile?». Il secondo aspetto è il seguente: il chiosco è stata realizzato attraverso un affidamento diretto per quanto riguarda alcune forniture, mentre altri lavori sono stati affidati nel 2012 a due imprese mediante gara pubblica, attraverso contratti separati con la Edil Pcr Srl per le parti edili e impiantistiche, con la Ommg per le strutture in ferro. «Le opere contrattuali sono state terminate nel novembre 2014, dopo circa due anni, a fronte di una scadenza contrattuale di 120 giorni. La cosa risulta alquanto anomala trattandosi di un piccolo manufatto di circa 50-60 metri quadrati. I notevoli ritardi subiti dal cantiere sono avvenuti a seguito di semplice richiesta delle imprese e per cause non meglio precisate dal direttore lavori, architetto Trabattoni (dirigente tecnico comunale) nè tantomeno dal responsabile unico del procedimento, architetto Munari», si legge nell’esposto.

Nel corso dei diversi passaggi è stata predisposta una variante. Per effetto delle modifiche, osservano i 5 Stelle davanti alla Corte dei conti, alla fine il bar «si presentava incompleto e malfunzionante, tanto da non poter essere adibito alle funzioni per cui era stato progettato». «Allo stato attuale, nonostante i lavori siano terminati e il direttore dei lavori abbia rilasciato il certificato di fine lavori, non è stata rilasciata l’agibilità igienico sanitaria e di collaudo tecnico amministrativo». I lodigiani non possono frequentarlo e il Comune non può incassare l’affitto, che avrebbe dovuto corrispondere a 700 euro al mese a partire dall’ottobre 2014, dopo che la struttura era stata affidata tramite gara a Marco Ballardini. Il gestore, però, si è trovato di fronte a un chiosco pieno di infiltrazioni e inutilizzabile.

Degano e Casiraghi esprimono diverse perplessità sulle cifre che riguardano la realizzazione dell’opera. A partire dalle lavorazioni a “inibente isolante” inserite nell’esposto «per una superficie esorbitante e improbabili per metri quadrati 6.924», una superficie che ritengono paradossale per un bar di 50 metri quadrati. «In un allegato - dicono - è indicato che l’elettricista ha lavorato 1.537 ore per l’impianto e con un costo di 46mila euro».

«Tra i documenti ricevuti dall’amministrazione non è stato possibile esaminare quelli relativi alla regolare esecuzione e certificazione degli impianti (elettrici, meccanici, di ventilazione, idrico sanitari, gas) come previsto dalla legge», sottolineano. Alla luce di tutto questo, i 5 Stelle chiedono alla Corte dei conti di verificare le eventuali responsabilità del Comune, dei suoi funzionari e di tutti i soggetti coinvolti, ma anche di verificare la gestione del cantiere e la reale necessità di una variante. E se ci sia o meno un danno per l’erario e la collettività. «Ci sono delle incongruenze sospette e non ne conosciamo il motivo».

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