Banco, a rischio il dividendo per i soci

«Credo che sia abbastanza logico che possa saltare». Con queste parole, lo scorso novembre l’amministratore delegato del Banco Popolare aveva fatto presagire il mancato pagamento del dividendo nel 2012. Da allora Pierfrancesco Saviotti non è più tornato in maniera esplicita sull’argomento, ma nei giorni scorsi diverse fonti (interne ed esterne al Banco) hanno confermato che il più grande istituto popolare italiano, con migliaia di soci nel Lodigiano, quest’anno potrebbe non staccare la cedola. Il motivo? La necessità di rafforzare il patrimonio, destinando a riserva il monte dividendi previsto per l’esercizio 2011, il cui bilancio sarà approvato nella primavera del 2012. Un’opportunità che sarebbe stata indicata (al Banco Popolare ma anche ad altre grandi banche italiane) direttamente da Banca d’Italia, sottoforma di un consiglio a cui risulterebbe difficile non dare ascolto.

A incidere sulle future scelte del Banco saranno certamente le valutazioni dell’Autorità bancaria europea (Eba), che ha indicato la necessità di importanti rafforzamenti patrimoniali per i principali istituti di credito italiani. L’obiettivo del Core Tier 1 al 9 per cento mette nei guai parecchi istituti (Banco compreso). E se l’ad Saviotti e il presidente Carlo Fratta Pasini hanno già allontanato l’ipotesi di ricorrere a un nuovo aumento di capitale, c’è attesa per conoscere nel dettaglio le strategie che l’istituto di credito seguirà per rispondere ai dettami dell’Eba. In questo contesto, pertanto, ipotizzare il mancato pagamento del dividendo nel 2012 non appare poi così azzardato.

Una decisione in tal senso potrà essere presa soltanto fra qualche settimana. Il bilancio di esercizio 2011 dovrebbe essere licenziato dal consiglio di amministrazione del Banco tra marzo e aprile. Sarà il Cda a proporre ai soci il pagamento o meno di un eventuale dividendo. Spetterà poi proprio ai soci, riuniti in assemblea (secondo il criterio della rotazione quest’anno la sede sarà a Verona) approvare o rigettare (ipotesi poco probabile, specie nel mondo delle “popolari”) la proposta del Cda. Se si esclude il “super dividendo” pagato ai soci lodigiani in occasione della fusione Lodi-Verona, l’aggregazione finora non ha garantito cedole particolarmente “pesanti” agli azionisti: il dividendo pagato nel 2011 (relativo al bilancio di esercizio 2010) è stato di 3 centesimi per azione; il dividendo pagato nel 2010 è stato di 8 centesimi, mentre nel 2009 la cedola non è stata neppure staccata.

Intanto ieri il titolo del Banco è stato il migliore del listino a Piazza Affari, chiudendo a 1,185 euro, in crescita dell’11,69 per cento. Nell’ultimo mese il titolo dell’istituto di credito guidato da Saviotti ha guadagnato il 12,97 per cento; un piccolo risultato se paragonato alle pesanti perdite fatte registrare nei mesi scorsi. Nell’ultimo anno il titolo del Banco ha perso il 55,32 per cento, negli ultimi sei mesi la flessione è stata del 23,45 per cento. Sono andati male, a onor del vero, moltissimi titoli del comparto bancario.

Lorenzo Rinaldi

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