Banco Popolare, oggi a Verona il via libera a Cristina Zucchetti

Come abbiamo segnalato mercoledì scorso, il comitato nomine del Banco Popolare ha stabilito di candidare al consiglio di sorveglianza dell’istituto di credito Cristina Zucchetti, presidente dell’omonima azienda di famiglia fondata dal papà Domenico. Oggi la decisione sarà presa dai vertici del Banco, ed è data per scontata la nomina di Cristina Zucchetti.

Come è noto, l’impresa Zucchetti conta al suo attivo circa duemila dipendenti, metà dei quali lodigiani. E in tempo di crisi la Zucchetti sta continuando ad assumere. Si tratta dunque di un’eccellenza per il nostro territorio. La proposta di candidarla a rappresentare il Lodigiano a Verona ha riscosso ampi consensi in città e nel territorio. Ma qualcuno storce il naso. È il caso di Assolodi. Maurizio Galli, direttore dell’associazione degli industriali di Lodi, ha diramato una nota nella quale si legge che «il rinnovo di alcuni membri del consiglio del Banco Popolare avrebbe potuto essere occasione per compattare il territorio lodigiano ed i suoi componenti attorno ad un progetto e ad uno sviluppo condiviso e ragionevolmente raggiungibile. Invece, come rappresentanti della categoria industriale, constatiamo che non solo non è cambiato il metodo ed il modo di agire, rispetto al passato, di quattro amici che decidono ma, peggio di prima le loro decisioni rispondono a logiche diverse da quelle del territorio».

«Constatiamo con rammarico - scrive sempre Galli - l’assenza di imprenditori industriali del Lodigiano ai vertici della banca del “territorio” e non entriamo nel merito dei perché. Tuttavia, quando non vengono prese in considerazione candidature come quella di Emilio Cremona della G.S.E. (Gestore Servizi Energetici) in una provincia che ha l’ambizione di presentarsi prossimamente come Distretto dell’Energia, significa sia che le politiche locali non sono chiare, sia che la più importante impresa di credito del territorio percorre una strada diversa».

«Crediamo - conclude il direttore di Assolodi - nella libertà di un’impresa nel scegliere le strategie e le persone più adatte nel perseguirle. Tuttavia rammentiamo a tutti che nessun membro della banca del “territorio” può essere ricondotto come espressione della categoria industriale». Non mancano commenti infuocati alla presa di posizione del direttore di Assolodi. Esponenti vicini alla Banca Popolare rispondono piccati che Cristina Zucchetti è alla guida di una delle poche aziende che costituiscono il fiore all’occhiello del Lodigiano, mentre Emilio Cremona non è lodigiano e nel Lodigiano neppure risiede, in quanto opera in quel di Varese.

Qualcun altro si chiede se la posizione di Maurizio Galli è quella del consiglio direttivo dell’Associazione industriali del Lodigiano e se è condivisa o no dalle aziende iscritte ad Assolodi.

Nel frattempo l’Associazione Prima Banca 1864 - costituita recentemente da alcuni soci e presieduta da Mauro Maini - esprime con un comunicato «la propria viva soddisfazione per le candidature emerse relative al dottor Squintani ed alla dottoressa Zucchetti».

L’associazione «esprime anche un particolare compiacimento perché una delle due candidature riguarda una donna che, ancorchè a capo della più prestigiosa azienda lodigiana e rispondente a tutti quei requisiti di rappresentatività indicati come indispensabili dall’associazione stessa, costituirà una novità assoluta nella composizione del consiglio di sorveglianza del Banco, in conformità per altro con le disposizioni legislative che prossimamente entreranno in vigore in materia di quote rosa obbligatorie nei consigli di amministrazione di enti e società quotate in borsa».

Ma qualcuno storce il naso. È il caso di Assolodi. Maurizio Galli, direttore dell’associazione degli industriali di Lodi, che preferisce l’imprenditore Emilio Cremona di Varese alla titolare della più grande azienda del Lodigiano

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