«Avere le slot è come rubare i soldi»

Le ragioni dei baristi che hanno deciso di non installare le macchinette: «Si guadagna, ma succede anche rapinando le banche eppure non si deve fare»

Si contano sulla punta delle dita. Ma ci sono. Sono i baristi che rinunciando a incassi da record, dicono no alle slot machine.

Non vogliono affittare il loro locale ai gestori di macchinette, portar via gli ultimi soldi a chi già non ne ha. E non vogliono nemmeno assistere alla lotta tra poveri per la contesa della slot. A Melegnano è successo di recente. Si sono accoltellati per disputarsi il posto davanti al dannato giochino.

La battaglia contro le slot, anche se si sta allargando, è ancora agli albori. I proprietari dei locali liberi da macchinette possono contattare i promotori del sito www.noslotlodigiano.it e segnalare la loro presenza sul nuovo sito www.senzaslot.it, per aiutare i clienti a scegliere il loro bar. Tra Lodigiano e Sudmilano, se ne contano 18.

«In 35 anni - commenta dal bar Liberty di piazza Vittoria, a Lodi, il titolare Rinaldo Bossi - non ne ho mai avuta una. So che sono fonte di reddito. Sono venuti diverse volte negli anni passati, ci hanno offerto anche cifre considerevoli per installarle, ma non le abbiamo mai accettate. Voglio evitare liti nel mio locale e poi non mi sembra giusto».

Secondo alcune testimonianze, infatti, i titolari dei bar avrebbero ricevuto in passato richieste di buoni entrata per installare le macchinette: cifre fisse da pagare annualmente ai baristi pur di installare lì le loro slot, da aggiungere alle percentuali sugli incassi.

La titolare della Tosteria di corso Vittorio Emanuele, a Lodi, è «totalmente contro» le slot.

«A me - dice Luisella Cipolla, che gestisce il locale insieme al figlio Alessandro - non interessano. Guadagno i soldi con il mio lavoro, non derubando gli altri. Non critico chi mette le slot machine, ma si tratta di una scelta morale. Io ho voluto selezionare i clienti in base a questa opzione. Siamo in pochi a respingere le richieste. Ho sentito che molti, con gli incassi delle slot si pagano gli affitti, ma io non ho dubbi: non metterò mai slot nel mio locale. Abbiamo deciso insieme io e mio figlio, che è giovane». Il gestore del Coffee Move di corso Mazzini Mattia Paparella ha fatto una scelta diversa. «Nel mio caffè - dice - al posto delle slot abbiamo messo giochi in scatola, il flipper e il trivial pursuit. Volevamo fare una proposta nuova alla città».

Tra i dissidenti convinti delle slot, nel Basso Lodigiano, c’è da sempre Antonio Palermo, titolare dell’Estate Caffè di viale Cappuccini, a Casale. «Ho sentito parlare di baristi che si pagano le vacanze con gli introiti delle slot - commenta -. Si ventilano guadagni da capogiro, tra i 10 e i 20mila euro, il 12,5 per cento circa dell’incasso della macchinetta.Anche rapinando le banche si guadagnano i soldi, ma non per questo rapiniamo le banche. Vedere, soprattutto nei piccoli paesi, gente che butta nelle slot tutta la pensione, è drammatico. Quando ho aperto il primo locale 30 anni fa c’erano le lotterie istantanee. Più i quartieri erano poveri, più le lotterie fiorivano come funghi. Alla fine si va sempre a pescare nelle tasche degli stessi. Dietro la slot non si vedono notai e professionisti, ma disoccupati e chi non ce la fa più. Ho provato a mettere la macchinetta 2 mesi, tanto tempo fa: i miei dipendenti avevano insistito che si offriva un servizio alla gente. Quando ho visto persone che ci rimettevano come niente biglietti da 50, ho detto basta».

A boicottare le slot e a segnalarsi sul sito senzaslot.it è anche l’Uva viva wine bar di via Zuavi, a Melegnano. «Non ho voglia di vedere gente che non ce la fa più davanti alle slot, nel mio locale - commenta Stefano Zerbini -; le slot sono truffe legalizzate che rovinano le famiglie. Ci buttano dentro dai 400 ai 500 euro, poi non hanno i soldi per pagare l’affitto. Non è giusto ospitare le slot. Circa 9 anni fa, quando mi hanno chiesto di installare le slot, si parlava del 30 per cento sugli incassi. Anche se adesso gli introiti sono calati, si tratta sempre di cifre da capogiro: non mi sembra giusto. Installare le slot è tra le cose da non fare. A Melegnano, di recente, si sono anche accoltellati per contendersi il posto davanti alla macchinetta. Quando un giocatore si è alzato per bere il caffè e un altro ha preso il suo posto, è esplosa la rissa. Io non critico chi installa le slot e lo fa per sostenere le spese e restare a galla, ma è colpa del sistema che le permette».

Cristina Vercellone

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