Artigiani, il denaro a peso d’oro

La stretta del credito è realtà: in provincia prestiti giù del 4,7 per cento

Si scrive “credit crunch”, si legge stretta del credito. Molto più semplicemente è quello che sta avvenendo per molte aziende artigiane del Lodigiano, alle prese con le banche che chiedono di rientrare e rifiutano nuovi prestiti. Oppure, quando il credito lo concedono, applicano tassi di interesse in continua ascesa. Il quadro probabilmente non è uniforme in tutto il Lodigiano e presenta anche importanti eccezioni. Ma di fatto, il trend appare chiaro, come dimostra un’interessante ricerca elaborata pochi giorni fa dalla Confartigianato, che si è basata su una molteplicità di dati, in parte raccolti attraverso la Banca d’Italia. E questa ricerca dice due cose rilevanti per il Lodigiano. La prima è che il “credit crunch” ha colpito gli artigiani in maniera evidente. La seconda è che i tassi di interesse applicati in provincia di Lodi per i finanziamenti al sistema artigiano sono cresciuti negli ultimi mesi in maniera consistente. Il tutto messo nero su bianco, con dati e confronti provincia per provincia. Come dire: dopo tante parole ora arrivano i dati a confermare che i rubinetti sono stati chiusi.

«L’incremento dei tassi di interesse purtroppo è una realtà e si spiega con l’aumento dello spread, che rende il denaro più costoso per le banche - afferma Vittorio Boselli, segretario della Confartigianato di Lodi - le imprese segnalano una situazione preoccupante e solo il ruolo dei Consorzi fidi riesce a calmierare il costo del denaro per gli artigiani». Se Boselli conferma un quadro a tinte fosche, l’indagine dell’ufficio studi di Confartigianato mette in fila i numeri. Alla data del 31 dicembre 2011 lo stock di prestiti bancari alle imprese artigiane lodigiane ammontava a 297,4 milioni di euro, in flessione del 4,7 per cento rispetto al giugno 2011. Lo stesso confronto applicato alla provincia di Lecco indica un - 3 per cento, che sale a - 4,9 per cento per Mantova, passando per il - 3,1 di Milano, il - 3,2 di Cremona, il - 4,1 di Pavia e il - 4,7 di Piacenza.

L’altro dato interessante, che indica come il rapporto tra banche e artigiani nel Lodigiano mostri segni di difficoltà, è il costo del denaro. Nel dicembre 2010 la provincia di Lodi si collocava tra quelle in cui il tasso di interesse per prestiti a breve termine era ritenuto sotto la media italiana, variando fra il 3,45 e il 4,17 per cento. Ma tra dicembre 2010 e dicembre 2011 il quadro è peggiorato, collocando Lodi nell’elenco delle province in cui il costo dei prestiti è cresciuto “sopra la media”, con un aumento tra 124 e 249 punti base. Significa che nella migliore delle ipotesi il tasso di interesse per un finanziamento a breve termine ora oscilla fra il 4,69 per cento e il 6,66 per cento. «Il 70 per cento circa delle richieste di finanziamento in questo periodo ha come obiettivo l’immediata liquidità - osserva Beppe Giorgi, capo area Lodi di ArtigianFidi Lombardia -, l’auspicio per i prossimi mesi è che i tassi di interesse possano diminuire: si tratta però di una mera speranza; quantomeno attualmente i tassi si sono stabilizzati, pur restando molto elevati. Quanto al rapporto tra il Consorzio Fidi e le banche, nel Lodigiano operiamo indistintamente con gli istituti locali, le Bcc e i grandi gruppi nazionali: in tutti i casi, purtroppo, l’accesso al credito è divenuto molto più difficile».

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