Arensi, bagarre per un post su Facebook

Una frase del consigliere provinciale pidiellino Emanuele Arensi fa scattare la polemica su Facebook. “Ragazzo di colore parcheggia fuori dallo Sma la Mountain bike senza legarla”, annota dopo aver assistito al fatto e poi aggiunge: “Certo, tra loro mica se le fottono, le fottono a noi!”. Su Facebook gli danno del “razzista”, lo mandano a quel paese e Arensi toglie il “post”. Sul social network si scatena la discussione. Arrivano 67 commenti, ma lui è convinto: «Ho semplicemente stigmatizzato quello che è appurato, cioè che ci sono immigrati che si dedicano al furto delle bici nella zona della stazione. È stato riportato anche sulla stampa. Sono stato corretto e ho usato l’espressione “ragazzo di colore”». Arensi accusa chi l’ha chiamato assessore, mentre è un consigliere, o lo ha apostrofato come leghista. «Tutto sommato però - dice - sono contento che questo post sia stato commentato e che ora se ne parli sulla stampa. Temi come quello dell’immigrazione sono sentiti dalla gente, è un’occasione per parlarne. Anche a me hanno rubato la bici». Uno straniero? «No, non so se sia stato uno straniero - ammette -, ma si sa che ci sono queste microbande di immigrati che rubano le bici. Ce ne sarebbe da dire sull’immigrazione lodigiana». Arensi poi ha tolto il “post”: la discussione, confessa «stava degenerando. Se Facebook è uno spazio per il confronto va bene, se è uno spazio per gli insulti non ci sto». Qualcuno l’ha mandato a... quel paese, altri gli hanno detto “ha fatto una misera figura”, “mi fa vergognare di essere lodigiano”, “andrebbe denunciato, ciò che ha detto è reato”. Arensi è convinto. «Il mio non era un insulto. Mi piacerebbe capire se quelli che si sono indignati - dice - si indignano allo stesso modo quando leggono sui muri, come nel mio paese, “italiani di m...”». Un commento quest’ultimo che riporta anche sul muro del social network, ma i suoi oppositori gli fanno notare che magari a scrivere quella frase “sono stati i leghisti che buttano la bandiera nel wc”. «Non so chi l’abbia scritta - ammette -, ma non voglio che il mio post diventi una strumentalizzazione politica contro chi solleva il problema dell’immigrazione».

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