Apre la tomba del figlio, condannato

Otto mesi e dieci giorni di carcere, con pena sospesa, e il rischio di dover affrontare un secondo processo, in sede civile, per risarcire la ex moglie: questo il verdetto pronunciato ieri dal tribunale di Lodi nei confronti di un 56enne accusato di violazione di sepolcro, sottrazione di corrispondenza e ingiurie perché avrebbe più volte aperto il loculo del cimitero di San Bernardo in cui riposa il figlio allo scopo di conoscere il contenuto delle lettere che la madre, disperata, gli indirizzava, imbucandole in una fessura della lapide.

L’uomo, anche nella sua drammatica testimonianza in aula, ha negato qualsiasi responsabilità.

Il figlio della coppia era rimasto vittima di un incidente stradale alcuni anni fa. Un dramma cui era seguita, anni dopo, la separazione dei coniugi. Nel 2008, la madre aveva cominciato a ricevere lettere anonime, alcune delle quali da lei ritenute offensive, e, pur sospettando che il mittente potesse essere l’ex marito, non disponeva di prove o indizi per richiamare l’uomo alle proprie responsabilità. A una verifica, si era poi resa conto che le lettere da lei imbucate nel sepolcro erano state invece ordinate e legate da qualcuno a fianco della cassa. Dopo alcuni mesi, presa dalla disperazione, la donna ha l’idea di imbucare nella tomba una falsa raccomandata nella quale spiega al figlio defunto di aver appena venduto la propria metà della casa, in cui abita ancora l’ex marito, a una famiglia molto numerosa di immigrati. Una circostanza non vera, ma dopo pochi giorni, la donna riceve dall’ex marito, attraverso i suoi legali, una lettera di diffida, ritenuta dalla polizia la prova che il mittente fosse a conoscenza del contenuto di quella lettera. Così l’uomo viene indagato e poi finisce a processo. E il giudice Stefania Letizia, dopo averlo interrogato, lo ha ritenuto colpevole.

«La mia assistita ritiene che giustizia sia stata fatta, anche se difficilmente potrà mai sentirsi ripagata della sofferenza patita», si limita a osservare l’avvocato Ennio Bonvissuto di Lodi, che ha assistito l’ex moglie, che si è costituita parte civile.

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