
Anche a Lodi corsi di recupero per bulli e molestatori dei social
IL PROTOCOLLO Chi subisce l’ammonimento del questore potrà subito accedere ai corsi del Cipm per migliorarsi e mitigare le probabili conseguenze giudiziarie, come già avviene per reati domestici e abusi
Questa mattina 20 maggio negli uffici di piazza Castello il Questore della Provincia di Lodi Pio Russo ha sottoscritto con il Presidente del Centro Italiano per la Promozione e la Mediazione (Cipm) Paolo Guglielmo Giulini il nuovo Protocollo di intesa, che rinnova e integra il “Protocollo Zeus”, già esistente in materia di atti persecutori e violenza domestica, estendendolo a bullismo, cyberbullismo e prevenzione della violenza giovanile, fenomeni complessi e di grande attualità, che richiedono uno sforzo costante delle forze di polizia, in sinergia con enti, istituzioni e organismi che possono giocare un ruolo essenziale nella prevenzione. Il protocollo punta ad avviare il soggetto destinatario della misura di prevenzione dell’ammonimento ad un percorso trattamentale presso il Cipm che consenta di arrivare alla comprensione del disvalore giuridico-morale delle proprie gesta, nonché delle gravi ripercussioni fisiche, psichiche e sociali sulla vittima, per agevolarlo sia nel ravvedimento sia nell’assunzione di dinamiche comportamentali compatibili con l’ordinamento, così da evitare pericolose recidive.
I destinatari del protocollo sono, quindi, soggetti che siano stati ammoniti dal Questore per condotte di atti persecutori, diffusione lecita di immagini illecita di immagini video a contenuto sessualmente esplicito (c.d. revenge porn) o sintomatiche di violenza domestica o ancora di bullismo e di cyberbullismo e di violenza giovanile.
Con l’ammonimento, il Questore può svolgere un ruolo cruciale, quale autorità di pubblica sicurezza, per assicurare alla vittima una tutela rapida e anticipata rispetto alla definizione di un eventuale procedimento penale, interrompendo il ciclo della violenza nelle sue fasi iniziali e svolgendo un effetto dissuasivo nei confronti di soggetti ancora in condizione di riprendere il controllo delle loro azioni ed emozioni. L’ammonimento evita le implicazioni di un procedimento penale, gravoso anche per la vittima, la non necessità dell’assistenza di un legale, l’istanza o la segnalazione può essere presentata in qualsiasi ufficio della polizia di Stato o dei carabinieri; inoltre, nel caso di reiterazione della condotta lesiva da parte del soggetto ammonito è prevista la procedibilità d’ufficio e un aggravamento del trattamento sanzionatorio.
Con il protocollo Zeus, il destinatario del provvedimento può essere invitato a recarsi presso centri presenti sul territorio specializzati, come il Cipm di Lodi, per partecipare a un percorso trattamentale sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle sue condotte. Tale percorso, oltre a una riduzione del rischio di recidiva, come testimoniano i dati statistici, è utile per il destinatario dell’ammonimento che potrà, trascorsi tre anni, chiedere al Questore la revoca, qualora abbia dimostrato un ravvedimento e abbia partecipato ai descritti percorsi. Alla base della metodologia usata dai centri, come il Cipm, vi è la conoscenza della persona, l’approfondimento delle motivazioni delle condotte lesive, la genesi e la dinamica della condotta, l’individuazione di eventuali fattori di rischio e di protezione rispetto alla reiterazione.
La bellezza di cogliere il cambiamento in persone che sembravano assolutamente impermeabili a ogni tipo di contatto con se stesse e con l’altro è tra gli aspetti più soddisfacenti del lavoro con gli autori di violenza, che mediante il percorso trattamentale spesso diventano persone, grate e consapevoli della gravità dei propri agiti e della necessità di superarli definitivamente.
Il Questore, Pio Russo, oltre a ringraziare il presidente Giulini per il coinvolgimento attico del Cipm, ha espresso grande soddisfazione per la sottoscrizione del protocollo, che testimonia l’impegno costante della polizia di Stato nel creare virtuose sinergie con tutti gli attori in grado di contribuire alla prevenzione dei fenomeni di violenza, latamente intesa, che oggi espongono a rischio l’integrità fisica, psichica ed emotiva dei soggetti più vulnerabili, ponendo le basi per una fruttuosa collaborazione.
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