
(Foto di Ploiesteanu)
TRA VILLANOVA E PIEVE La Procura chiede la convalida al Gip, si cerca un fucile a pallettoni
Ha 36 anni ed è domiciliato nella periferia di Milano A.M., l’uomo originario del Marocco sottoposto a fermo mercoledì sera dalla Procura di Lodi perché appare pesantemente indiziato dell’omicidio con una fucilata al petto di Mohamed Raji Kaoukeb, il connazionale 21enne ucciso tra giovedì e venerdì scorsi in un campo di mais lungo la provinciale 188 che segna il confine tra Villanova Sillaro e Pieve Fissiraga, e ritrovato nel pomeriggio del sabato da un parente e due amici arrivati dalle Marche per cercarlo, aiutati nelle ricerche da un agente della polizia locale di Pieve. La Procura ha tempo fino a domani sera per chiedere al Gip Anna Cerreta la convalida del fermo, per le ipotesi di omicidio volontario aggravato dall’uso di arma da sparo e dalle circostanze di tempo e di luogo, nella semioscurità e in aperta campagna, e il lavoro dei carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Lodi appare tutt’altro che concluso. Sia per la ricerca dell’arma da fuoco, un fucile a pallettoni sia perché il 36enne, sentendosi braccato, mercoledì attorno alle 17 si era presentato direttamente negli uffici della Procura di Lodi con il suo avvocato per rilasciare alla pm Martina Parisi dichiarazioni spontanee e dirsi estraneo ai fatti, sperando così di poter evitare provvedimenti restrittivi e poter tornare a casa, con alcune parenti ad attenderlo davanti al palazzo di giustizia. La sua versione, di essersi trovato a casa con la moglie incinta, è al vaglio, ma al momento il 36enne è in cima alla lista dei sospettati. Il contesto investigativo è quello dello spaccio nei campi, con una possibile “guerra” tra batterie rivali di venditori di droga. La Procura elogia «l’eccellente lavoro» dei carabinieri di Lodi che hanno acquisito elementi di prova in tre giorni di impegno ininterrotto.
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