Aiuti bloccati a Lodi e Casale, la richiesta: «Dateli a noi»

«La solidarietà dei Lodigiani non rimanga ferma sugli scaffali. Dopo le ultime scosse di terremoto, nelle Marche c’è bisogno di tutto e sono disponibili a ricevere gli aiuti». È questo il senso dell’appello partito dal Centro Italia in direzione Lodi, e a farlo è un lodigiano trapiantato da anni ormai nelle Marche, Angelo Bertoglio, che ha contattato per questo l’ex assessore provinciale Nancy Capezzera.

A fine ottobre è emerso come molti dei beni e dei materiali raccolti dai gruppi comunali di protezione civile in diversi comuni del territorio fossero ancora fermi nei magazzini della protezione civile della Provincia di Lodi a Casale e del gruppo comunale di Lodi. Per motivi logistici, i beni di prima necessità e i prodotti alimentari (a lunga conservazione) raccolti grazie alla solidarietà della gente del Lodigiano tra la fine di agosto e i primi di settembre per il terremoto che aveva colpito il Reatino il 24 agosto erano ancora fermi nei magazzini, senza certezze sulla destinazione.

Ma ora il nuovo sciame sismico che ha colpito Umbria e Marche alla fine di ottobre ha creato nuovi bisogni.

«Bertoglio mi ha contattata per lanciare un appello al territorio – spiega Capezzera -. Le Marche in particolare hanno grande necessità di materiali e prodotti. Il sindaco di San Severino Marche ha segnalato nei giorni scorsi come le derrate e i beni a disposizione potrebbero finire in pochi giorni. Per questo motivo la richiesta è quella di indirizzare i beni conservati nei magazzini di protezione civile del Lodigiano a loro, se non è possibile la destinazione originaria».

Bertoglio, lodigiano trapiantato da anni nelle Marche, ha letto proprio su «il Cittadino» online la vicenda dei beni raccolti per il terremoto di Amatrice e fermi nei capannoni. Da attivista volontario, ha contattato l’ex assessore. «Sappiamo che ci sono stati problemi logistici per il trasporto dei materiali nei luoghi del terremoto, ma in questo caso addirittura alcuni volontari delle Marche sarebbero disposti a salire nel Lodigiano per ritirare la merce, e al contempo ci si può organizzare qui per un trasporto volontario – conclude Capezzera -. Capisco determinate procedure, ma trovo assurdo che problemi burocratici possano mettersi di traverso rispetto a una consegna umanitaria. Faccio un appello a chi aveva organizzato quelle raccolte di beni perché si metta in contatto con me o direttamente con Bertoglio al numero 331/7419649 o con le istituzioni locali, a partire proprio dal comune di San Severino Marche, affinché si possa organizzare il trasporto e la ricezione di quei beni. Tutto in modo trasparente e certificato. È un’iniziativa volontaria, che non ha colori politici. Facciamo qualcosa, purché la solidarietà non rimanga ferma sugli scaffali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA