Affondo di Guardamiglio e Senna per dare ossigeno alla sanità della Bassa

Allarme dei sindaci: emergenze strutturali, medicina del territorio, recupero degli ambiti ospedalieri

La sanità nella Bassa non va: Guardamiglio e Senna si fanno sentire. L’amministrazione comunale di Guardamiglio, retta da Elia Bergamaschi, parte da una constatazione: «I dati riguardanti l’epidemia da Covid-19 in Lombardia sono drammatici. Si sono evidenziate forti criticità nella gestione dell’emergenza, che ha messo in luce le carenze strutturali dei servizi territoriali, da molti anni depotenziati a favore di una gestione “ospedalocentrica” a favore di una sanità privata, che ha contribuito alla gestione dell’emergenza sanitaria solo parzialmente e in seconda battuta». Inoltre, «la qualità del servizio socio-sanitario non si giudica solo sulle punte di eccellenza, che pure ci sono nella sanità lombarda, ma sulla capacità di rispondere ai bisogni sul territorio». Il consiglio comunale impegna quindi la giunta a perseguire - confrontandosi con Regione Lombardia, Ats Città Metropolitana e Asst di Lodi - l’obiettivo della revisione della legge regionale 23/2015, «al fine di consentire una riorganizzazione del sistema socio-sanitario regionale che si ponga come priorità il potenziamento della medicina territoriale e di comunità». E l’impegno è anche a farsi promotori presso il ministero dell’Università e della Ricerca e il ministero della Salute della richiesta di aumentare il numero di posti disponibili nei relativi corsi; farsi portavoce presso il governo centrale della richiesta di incremento del budget assegnato a Regione Lombardia per l’assunzione di nuovo personale medico, infermieristico e sanitario; convocare tavoli territoriali con agli altri rappresentanti delle istituzioni locali e inviare la delibera in cui vengono illustrati gli impegni dell’amministrazione ai comuni della provincia affinché adottino analogo atto in consiglio comunale.

E sulla stessa linea si collocale il Comune di Senna, con il sindaco Silvano Negri, che avanza proposte di miglioramento che vanno dalle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) a un incremento di presidi sul territorio Lodigiano. Inoltre, «Un presidio come quello di Casalpusterlengo potrebbe vedere la presenza di un istituto di ricovero e cura di carattere scientifico pubblico, poliambulatori a “percorso” che si prendono in carico il paziente cronico in tutti i suoi bisogni, punti di recupero per i post ricoverati in attesa del rientro a casa o nella peggiore delle ipotesi nelle Rsa e di un centro pediatrico con la presenza di tutte le figure per la presa in carico dei nostri cittadini in età pediatrica». Importante anche la presa in carico di tutti quei cittadini che non avendo una rete parentale necessitano di interventi importanti.

«Pur avendo solo 230.000 abitanti, il territorio del lodigiano ha una superficie molto ampia e ciò richiede un maggior numero di presidi per coprire i servizi essenziali. Davanti a realtà così differenti tra il Lodigiano e la Città Metropolitana, chiediamo che il Lodigiano diventi una realtà a sé».

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