«Abbassate l’Imu o ci farete chiudere»
Imprenditori all’attacco: «Aliquote insostenibili»
Un incontro per dare la sveglia alle amministrazioni comunali del Lodigiano. Le maggiori associazioni di categoria hanno dato ieri un primo quadro del lavoro portato avanti negli ultimi mesi per far fronte all’Imu: «Una tassa - come ha spiegato Vittorio Boselli di Confartigianato - che rischia di dare il colpo di grazia alle imprese. Abbiamo già pagato per anni, abbiamo già pagato troppo, e ora di risorse non ce ne sono più».
Si è parlato dell’aliquota per il calcolo dell’Imu insieme ad AssoLodi, Unione Artigiani, Unione del Commercio, del Turismo e dei Servizi, Confcommercio Territoriale del Basso Lodigiano e Confartigianato Imprese. «Insieme rappresentiamo il 96 per cento del pil della provincia, e meritiamo di essere ascoltati» ha detto Maurizio Galli di AssoLodi, che ha evidenziato invece il clima trovato in gran parte dei sessanta comuni contattati: «In alcuni casi abbiamo trovato addirittura ignoranza sulla questione, altrove invece c’è poca disponibilità al dialogo da parte di amministratori che preferiscono pensare all’immediato e alle elezioni invece che fare un ragionamento di ampio respiro».
Il discorso portato avanti dai cinque rappresentanti è stato chiaro: «Se davvero si pensa al lavoro come a un diritto e a un bene fondamentale, allora bisogna agevolare chi crea lavoro e ricchezza sul territorio» ha detto Mauro Sangalli dell’Unione Artigiani, interpretando il pensiero di tutti i presenti, e citando alcuni comuni che hanno previsto un’aliquota particolarmente alta. «A Casale si parla di uno 0,96per cento, e a Zelo, secondo i nostri calcoli, un imprenditore arriverà a pagare il doppio di quanto si pagava con la vecchia Ici per il suo capannone che, intendiamoci, non è un bene di lusso, ma un mezzo indispensabile per lavorare».
Per contro, Sant’Angelo, Graffignana e Castelnuovo Bocca D’Adda hanno mantenuto valori contenuti: «Non pretendevamo che i comuni del Lodigiano proponessero un’aliquota inferiore a quella proposta dal governo, ma almeno che si mantenessero a livelli sopportabili» ha commentato il segretario dell’Unione del Commercio, Bruno Milani, e Isacco Galuzzi, segretario AsCom Basso Lodigiano gli ha fatto eco: «Il governo ha dato la rivoltella in mano agli amministratori locali, ma spetta a loro decidere come usarla».
Quello di ieri, quindi, si è configurato come un ultimo appello per le giunte del territorio, che hanno tempo fino a fine ottobre per presentare le aliquote: «Sia ben chiaro - ha concluso Boselli -: se non vedremo un interesse reale dei comuni nei confronti di chi crea occupazione, ce ne ricorderemo quando sarà il momento, per esempio, di sponsorizzare iniziative. La mutualità dev’essere vicendevole, altrimenti crolla tutto. I sindaci devono capire che il pubblico non può più dare lavoro a tutti, ed agevolare i privati è l’unico modo per crescere».
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