
La “banda dei box” torna a colpire. E in grande stile, purtroppo, con una ventina di garage sabotati con abilità sopraffina e un bilancio dei danni ancora in corso. Non tutti i proprietari dei box, infatti, abitano nel palazzo di via Secondo Cremonesi, civico 60, visitato dai ladri, e alcuni inquilini non erano ancora rincasati alla scoperta della razzia; ma se qualche condomino, per fortuna, non lamenta furti, altri devono ancora verificare se la “gang” li abbia ripuliti o abbia solo “preparato il terreno” per una seconda ondata, da consumarsi in un altro momento, circostanza che la pronta segnalazione ai fabbri dovrebbe però riuscire a scongiurare. Al netto di ciò, comunque, l’incursione dei malviventi è di quelle clamorose. Per la perizia con la quale è stata consumata, per il numero di box assaltati e perché nessuno, a dispetto di tutto ciò, si è accorto di alcunché, se non ieri mattina.
Di certo, nel colpo di via Secondo Cremonesi i ladri hanno operato con notevole precisione. Evitata la decina di box in vista, la banda ha innanzitutto scelto di puntare i ventidue che, varcato il cancello, si raggiungono attraverso uno scivolo. Fatto ciò, i predoni sono ricorsi a una tecnica di scasso già utilizzata in passato, ma portata quasi alla perfezione: praticare un minuscolo forellino sulle porte basculanti dei box, vicino alle maniglie, per poi agganciare con un filo di ferro la piccola leva d’apertura, farla scattare e avere così accesso all’interno dei garage.
«Un tocco d’artista», considera tra l’amaro e lo stupito una delle vittime, alla quale il blitz è costato la ventina di euro in moneta lasciato per comodità dentro l’automobile. «A me hanno rubato il navigatore, hanno aperto l’auto e l’hanno preso - racconta un altro condomino derubato -: sicuramente è successo di notte, perché ieri (martedì, ndr) non c’era nulla». Il “passaparola” tra inquilini e proprietari è proseguito per tutta la giornata. E se qualcuno, controllato il proprio box, ha tirato un sospiro di sollievo per la mancanza di danni, altri hanno visto spariti chi il telefono cellulare lasciato in macchina, e chi peggio ancora una costosa mountain bike.
«Non siamo più padroni nemmeno in casa nostra», sospira un condomino; ciò mentre l’allarme è stato subito girato a fabbri e forze dell’ordine, anche per rassicurare coloro che, con le festività pasquali, hanno in programma una gita fuori Lodi per qualche giorno. «Prenderemo provvedimenti a livello condominiale», anticipa una delle vittime della banda, che risparmiati solo due dei ventidue box, potrebbe aver semplicemente rimandato il saccheggio di parte dei garage. Il palazzo, quantomeno, è già in stato di allerta; un’allerta che, dopo la “tregua” seguita a tanti colpi analoghi avvenuti nei mesi scorsi, rischia di diffondersi anche nel resto della città.
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