A Lodi Guerini “incorona” Renzi

«Sembra di avere dei leader politici che vivono su Marte. Ci vuole un segnale di svolta». Così il sindaco di Firenze Matteo Renzi ieri sera è intervenuto a Lodi. Gremitissima l’aula magna del Verri, presente non solo lo stato maggiore del Pd lodigiano, ma innumerevoli cittadini arrivati dai vari centri del territorio. In prima fila anche personalità spiccate di differenti schieramenti politici, tra cui, ad esempio, Giancarlo Regali noto dirigente del Pdl e Giuseppe Rossi direttore dell’Azienda ospedaliera di Lodi. L’aula magna del Verri non è riuscita a contenere tutti i presenti, molti dei quali si sono seduti sui gradini centrali e molti altri sono rimasti in piedi, fuori dall’aula magna. Il sindaco di Firenze ha presentato la sua ultima fatica letteraria, “Stil Novo” (edizioni Rizzoli), un volume dedicato alla storia e ai personaggi che hanno fatto grande il capoluogo toscano. Ma è prendendo spunto dalle vicende del passato che il “rottamatore” ha lanciato la sua sfida: «Se hai fatto 15 anni da parlamentare, devi lasciare il posto ad un altro. È una questione d’igiene pubblica. C’è bisogno di uno scrollone forte nella politica nazionale. È necessario un forte ricambio tra i parlamentari: dopo dieci anni, tutti a casa.».

Durante il dibattito, che è stato moderato dal direttore del «Cittadino» Ferruccio Pallavera, sono stati affrontati diversi argomenti di stretta attualità. E Renzi, con la sua consueta verve, ha lanciato alcune scosse alla classe dirigente. Lo spunto sono stati i padri nobili dell’arte e della letteratura. Anzitutto l’autore della Divina Commedia.

«Dante Alighieri? Uno degli aspetti da ricordare è che rifiuta il familismo e il nepotismo - attacca -. Ciò dovrebbe anche valere per le nostre università e per la politica». E poi continua: «Sogno una sinistra dantesca, che sia capace di entusiasmo, che non abbia paura di vincere. Sogno una sinistra che ogni tanto vinca anche le elezioni. Non soltanto le primarie». Da parte sua Guerini ha aggiunto: «Fare il sindaco oggi è un atto di coraggio. Ci vengono affidate gli uomini e le donne che incontriamo. E’ una grande responsabilità incontrare le persone di una città, che ti consegnano le attese e le speranze». E poi ha sfoderato i suoi argomenti contro l’organizzazione del sistema della finanza locale: «I Comuni sono considerati dal governo il bancomat dello stato. Le regioni hanno moltiplicato la loro spesa. Ora si va a colpire ancora i soliti cittadini: il reddito da lavoro e la casa. Lo stato costa troppo».

L’argomento al centro della conversazione è stato il futuro del Paese. Ha detto Renzi: «Il governo tecnico suona come la sconfitta della politica. In prospettiva spero che inizi una stagione nuova, con due schieramenti diversi che si possano sfidare per la guida dell’Italia». Le sue tesi sono state riprese da Guerini, che ha più volte espresso il suo apprezzamento per le posizioni dell’organizzatore del “Big bang” di Cascina Leopolda a Firenze. E al termine lo ha “incoronato” come futuro leader: «Tanti ora guardano a te per il futuro - dice Guerini -. Quello sguardo, tu lo devi raccogliere». Infine Renzi non ha potuto sottrarsi al bagno di folla finale, con la firma dei suoi libri, andati tutti a ruba.

La serata era stata presentata da Mauro Soldati, segretario del Pd del Lodigiano. Che ha annunciato: «Qualunque sia la legge elettorale, come Lodigiano vogliamo avere una nostra rappresentanza in Parlamento. La selezione di un nostro esponente avverrà con le primarie».

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