A Lodi celebrata la veglia pasquale

Tra i momenti “clou”

il Battesimo, la Cresima

e l’Eucaristia ricevuti

da un 34enne

originario del Togo

Ha ricevuto il Battesimo, la Cresima e per la prima volta l’Eucarestia, Fabrizio, 34 anni, originario del Togo. La notte di Pasqua in Cattedrale è stato monsignor Merisi ad amministrare i sacramenti al catecumeno, che era accompagnato dal padrino, da padre Francesco Germano (responsabile in diocesi del servizio per il Catecumenato) e da alcuni amici della comunità togolese. Fabrizio è già impegnato in vari ambiti tra cui la Croce Rossa e frequenta la parrocchia dell’Assunta.

«Questa notte rappresenta il tuo inserimento nella Chiesa, che diventa la tua grande famiglia, dove vivrai l’amore fraterno - gli ha detto il Vescovo -. Sei diventato luce di Cristo, cammina sempre nella luce».

E la luce è stata proprio uno degli elementi pasquali, esplicitati da monsignor Merisi durante la Veglia di sabato sera. Iniziata alle 21.30, la Veglia pasquale in Cattedrale si è aperta con l’intera Basilica al buio, simbolo della morte vinta dalla Risurrezione di Cristo.

Poi nel protiro la benedizione del «fuoco nuovo», da parte del Vescovo; la processione fino all’altare; il posizionamento del grande cero pasquale portato da un diacono; il canto dell’Exultet.

E dopo le prime letture a ripercorrere la storia della Salvezza, l’intonazione del Gloria e le campane finalmente a suonare a festa, la Basilica è stata totalmente illuminata per celebrare la Risurrezione. Sull’altare, azalee e ortensie bianche e rosa ad esaltare la pienezza della vita cantata in questa notte.

«La luce è il primo grande simbolo con cui la Chiesa cerca di esprimere ciò che il Signore compie la notte di Pasqua - ha affermato monsignor Merisi -. Dalla creazione in avanti la storia della Salvezza si svolge nel conflitto tra luce e tenebre. Gli evangelisti stessi riportano le parole che Gesù disse ai discepoli: «Voi siete la luce del Mondo», «Vedano la vostra luce e si rallegrino».

«Se Cristo è luce - ha aggiunto monsignor Merisi - la Chiesa è chiamata ad essere luce. Così anche noi. Luce per gli altri, dalla luce di Cristo che illumina la nostra vita come ha illuminato gli occhi del cieco nato». Possibile, ha proseguito, se si dà testimonianza innanzitutto con il buon esempio: nella carità, nel dialogo rispettoso, nell’ascolto della Parola e nella risposta generosa alla chiamata del Signore. Altri simboli della Veglia pasquale sono la Parola, il Pane e il Vino, l’acqua. Su quest’ultima, ha detto monsignor Merisi: «L’acqua ricorda che la sorgente della vita vera viene da Gesù. Nel Battesimo di Fabrizio riscopriamo quello di ciascuno di noi».

Insieme al Vescovo sabato erano presenti monsignor Claudio Baggini, monsignor Gianni Brusoni, padre Francesco Germano e altri sacerdoti; ancora, alcuni diaconi e seminaristi, la Cappella musicale del Duomo, numerosi fedeli. A tutti si è rivolto il Vescovo, che dopo aver citato alcuni messaggi pasquali di Papa Francesco, ha concluso: «In questa notte di luce chiediamo di stare aperti alle sorprese di Dio, tanto belle. Dio stesso ci insegni a non cercarlo tra i morti, Lui che è vivo. Un augurio cordiale di Buona Pasqua a tutti».

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