25 aprile, a Lodi sbagliano la lapide dell’ex vicesindaco

Una cerimonia sentita, parole toccanti ma anche un errore difficile da digerire domenica mattina al chiostro del liceo Verri, quando l’amministrazione comunale di Lodi ha tolto il velo alla lapide commemorativa in ricordo di tre lodigiani che presero parte attivamente alla Resistenza: Guido Ariano, Gianfranco Mariconti ed Edoardo Meazzi. Peccato che, nello scoprire la targa in marmo, a chi conosceva Guido Ariano è subito balzata all’occhio l’imprecisione sulla sua data di nascita. Deceduto nel 2010 a novant’anni, Ariano era nato nel 1920, e non nel 1910, come riporta erroneamente la targa. Questo errore, seppure grave, non toglie nulla al valore simbolico di una targa che, a settant’anni dalla liberazione, è un segno di gratitudine di tutta la cittadinanza nei confronti di chi ha combattuto perché l’Italia potesse ritrovare libertà e democrazia. «Tra pochi anni, le giovani generazioni non potranno più conoscere testimoni diretti di quegli eventi, così rimane a noi la responsabilità di custodire la memoria» ha spiegato il vicesindaco Simonetta Pozzoli. Anche Guido Ariano, classe 1920, prima di lei fu vicesindaco, dal 1980 al 1985: dopo aver combattuto come capo partigiano in Val d’Aosta, con il nome di battaglia «Barbaro», Ariano si dedicò infatti alla politica e alla sua attività di libero professionista. Gianfranco Mariconti, scomparso nel 2011, fu invece partigiano in Valcuvia prima della deportazione nel campo di concentramento di Flossemburg. Infine Edoardo Meazzi, morto nel 2010, fu membro del comitato di liberazione nazionale, e aiutò nell’espatrio molti ricercati stampando documenti falsi, fino all’arresto insieme ad Ettore Archinti e alla deportazione a Bitburg. Il professor Ercole Ongaro, uno studente del liceo Verri, e il presidente del consiglio comunale Gianpaolo Colizzi hanno ricordato le gesta dei tre illustri concittadini davanti ai loro parenti con le lacrime agli occhi dall’emozione. «A pochi giorni dal 25 aprile, ricordiamo tre persone che, nel periodo drammatico e spettacolare della Resistenza, ebbero la volontà di mettersi a disposizione perché l’Italia tornasse libera dopo la tragica parentesi fascista - ha chiuso la cerimonia il sindaco Simone Uggetti -. Ritroviamo questi ideali affinché certi drammi non si ripetano, e non ci siano mai più tentennamenti sulla via della libertà».

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