“Zio” Adolf a Palermo tra fantasia e realtà

È come sospeso nel tempo, nella storia e nella memoria, tra fantasia e realtà, il nuovo romanzo di Fulvio Abbate. Un racconto scritto da un sognatore che vuole comunque vestire i panni del bambino fino all’ultima pagina, e che non si tira indietro davanti alle follie che la storia più drammaticamente reale può proporre. E allora può accadere che nella Palermo degli anni Cinquanta,ci sia un uomo che in realtà è Adolf Hitler, in carne ed ossa, ma che in casa è trattato come uno zio un pò silenzioso e molto burbero. E questo Hitler s’innamora di una prosperosa cassiera, una zia Lucilla che ha anche qualche parentela con la mafia: e zio Hitler non si tira indietro davanti al romanticismo e alle difficoltà insospettabili che a volte una storia di cuore può creare. Ma poi accade che nel palazzo di fronte viva un certo Majorana, forse lo scienziato scomparso, o almeno lui racconta di esserlo. In ogni caso viene trattato dalla famiglia come se lo fosse e tutti si aspettano che li porti sulla Luna. Sulla Luna magari non si andrà ma un viaggio a Parigi la famiglia lo farà...

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Fulvio Abbate, Intanto anche dicembre è passato, Baldini & Castoldi, Milano 2013, pp. 170, 15.90 euro

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