Di argomento contemporaneo la contrastata storia esistenziale di Marisa e Luigi, delle loro idiosincrasie e chiusure esistenziali, del loro incontro ed innamoramento, dell’ordinaria follia in una società massificata e fatta di distopie e dissignificazioni. Ambientato nel paesaggio nostro che potrebbe essere il sud Milano o la suburbanità di una grande o media città. In questa cornice Bonelli scrive una storia piena di brio e ritmo che ricorda nell’ineluttabilità, i ritmi della tragedia classica con i suoi agenti e dal fato iperdeterminato. Da qui quel tanto di cosmicità e esemplarità che non guasta e il titolo di meteore che sembra alludere ad una sovradeterminazione se non divina, ma sicuramente al di là del singolo, in nodi alla Laing, che lasciano ben pochi spazi alla determinazione personale. La scrittura di Bonelli è essenziale, ma precisa e si affida ad un serrato ritmo narrativo con capitoli brevi, ma non spolpati e con la capacità di eliminare l’inessenziale, facendo “virare” altrove il racconto laddove potrebbe impantanarsi in problemi di psicologia dei personaggi o in derive sociologiche. Anche la scrittura è funzionale ed essenziale, ma non minimalista nella migliore tradizione del nostro romanzo novecentesco. Al quarto romanzo, Bonelli è autore nella tradizione degli scrittori-medici, anche della psyché oltre che della corporeità senziente, un lavoro di buon auspicio per il futuro.
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ANTONIO BONELLI. Meteore, Photocity Edizioni Open Pozzuoli 2012, pp. 210, 12 euro
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