Uomini e colombe in un mondo di lupi

I leader del futuro studiano tra Harvard e la Bocconi, abituandosi a vivere in una metropoli globale che abbraccia anche Londra, Francoforte e New York. Dopo la felice prova di Ginnastica e rivoluzione (2008, Premio Giuseppe Berto), Vincenzo Latronico torna al romanzo, narrando la storia del veneziano Alfredo Cannella e dell’albanese Donka Berati, entrambi studenti capaci, entrambi ambiziosi, consapevoli che nell’odierno universo competitivo, sempre più simile a uno stato di natura hobbesiano in cui vige il principio dell’homo homini lupus, è data agli individui un’alternativa tanto secca quanto semplice: essere il Principe o il cortigiano, il capo o il gregario. La cospirazione delle colombe, direbbe l’antropologo Renè Girard, è il racconto di una «rivalità mimetica», di un conflitto per ottenere dalla vita - a partire da motivazioni diverse - il medesimo, agognato, successo. I protagonisti del romanzo, il cui epicentro è una Milano in mano agli immobiliaristi, imparano ben presto dai loro maestri «come si fa l’alta politica, e anche quella bassa, che è la stessa cosa», affaccendandosi intorno alla truffa finanziaria decisiva. Emotività e crisi di coscienza sono delle incrinature da allontanare al più presto con l’agguerrita consulenza dei motivatori aziendali: le psicologie in gioco devono essere senza ombre, meramente calcolatrici, epurate dall’inconscio. Vincenzo Latronico, con lo sguardo imparziale del sociologo, descrive un mondo in cui il comportamento morale può essere tutt’al più simulato, purché funga da asset del profitto.

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VINCENZO LATRONICO, La cospirazione delle colombe, Bompiani, Milano 2011, pp. 389, 15 euro

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