L’ultimo libro della scrittrice ungherese Magda Szabó è un’appassionata autobiografia che fa luce sulla sua vita straordinaria raccontandone l’infanzia fino alla svolta letteraria, accanto ad un padre ed una madre geniali e appassionati, allegri e protettivi, «eccentrici maghi che allontanavano qualsiasi male coi loro incantesimi», sempre presenti nei numerosi viaggi e negli spensierati giochi infantili. Con delicatezza, i ricordi della storia dell’Ungheria si sovrappongono a quelli della vita, dove gli antenati affiorano dall’incanto del vecchio pozzo ormai coperto che tanto tempo prima aveva esercitato su di lei bambina un fascino pauroso. Dal natio cortile affiorano progressivamente ricordi: ogni luogo, oggetto, incontro è incantato e magico, visto con gli occhi di una giovane donna sognatrice che le vicende anche tragiche della vita hanno solo sfiorato, grazie al potere di trasfigurazione della realtà che mescolata alla fantasia l’ha aiutata a crescere sensibile e colta. Le memorie si fanno più dolci e piene di gratitudine quando la scrittrice indaga sui motivi profondi della sua creatività: l’incontro con le immagini e le parole, con il teatro e la poesia, e Dubrecen, luogo natio dove tutto era autentico, anche il vento e le stelle. Ed ai due straordinari genitori, suoi complici fino alla loro scomparsa, va il suo omaggio di donna adulta. Da quel pozzo, ora, Magda Szabó è uscita e dai suoi ricordi di bambina amata ed educata all’amore per l’arte è affiorata una donna, ora considerata la più importante scrittrice ungherese del XX secolo.
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