Una vita per scoprire la bellezza del buio

È una vita vissuta tra Milano e la Toscana, tra San Quirico, Pienza e Siena, quella del protagonista che, con uno stile autobiografico e scorrevole, racconta della sua uscita dal buio. L’infanzia violenta a Milano tra degrado e umiliazioni che lo porta alla fuga da casa a soli dodici anni: l’adolescenza, che lo vedrà alla ricerca affannosa di un equilibrio; e la maturità. che sarà il recupero di gesti ed emozioni dimenticati. Una vita intera raccontata sul filo della metafora. In Val d’Orcia, tra campagna e allevamenti di api, incontrerà veri amici che colmeranno il suo vuoto d’affetto: soprattutto lo zio Giorgio, non vedente, che lo aiuterà a superare i fantasmi. Il progetto L’ho visto con le mie mani (da cui il titolo del romanzo) che il protagonista realizza con l’aiuto dello zio è interessante. Perchè se il buio è il luogo delle paure e debolezze, imparare ad attraversarlo può essere terapeutico: lì si possono ascoltare le emozioni più profonde, lasciando che vengano a galla. Il buio profondo disorienta e turba, ma svela l’invisibile.

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Marco Pennati, L’ho visto con le mie mani, Ink Edizioni, Milano 2014, pp. 140, 12,90 euro

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