Definire il colore non è un compito semplice. Non solo le definizioni sono cambiate nel corso dei secoli (il fucsia non era certo di moda trent’anni fa), ma la concezione stessa del colore non è la stessa ai quattro angoli del pianeta. In Occidente, ad esempio, il bianco è il colore della sposa o della purezza, in Giappone è molto usato per i funerali. Perché i colori ci colpiscono così tanto? Michel Pastoureau, storico, prova a dare una risposta tracciando una vera e propria “storia del colore” nella nostra società e dimostra che la nostra vita è fatta di realtà nette e concrete (“il bianco e il nero”) ma è resa unica e memorabile solo da quelle impercettibili sfumature, a volte impossibili da descrivere, di cui sono intinti i ricordi, e persino i nostri sogni. Un saggio originale, impreziosito dallo humor francese dell’autore.
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M. PASTOUREAU, I colori dei nostri ricordi, Ponte alla Grazie, Milano, 2011, pp. 286, 16.80 euro
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