Una saga familiare in un vestito giallo

Una donna malata terminale. Sua figlia, un medico, che risponde al dolore con l’efficienza dell’organizzazione delle cure. Sua nipote, giovane e spensierata, che si prova in soffitta un vecchio vestito cambiando così per sempre il destino delle tre donne. È ben intessuta la trama del libro di Rikka Pulkkinen, giovane scrittrice finlandese (best-seller nei Paesi del Nord), un romanzo sui legami familiari e sulla possibilità di riscatto. Tutto ruota attorno a un vestito vintage, giallo e con la vita alta, che Anna trova nella soffitta della nonna Elsa, molto malata. In punto di morte la nonna rivelerà alla nipote che quell’abito appartiene a una donna che fu la baby-sitter della madre di Anna. Non fu solo quello: la donna si sostituì ad Elsa durante le sue lunghe assenze, coccolò sua figlia e toccò il cuore del marito. Quell’abito giallo è tutto ciò che resta di quella donna, perché la sua vita è finita tragicamente. Attraverso una narrazione che intreccia passato e presente (con una numerazione diversa dei capitoli), il lettore intraprende un viaggio alla scoperta delle relazioni filiali. Che cosa significa essere madre? Che cosa vuol dire vivere un’infanzia tra le braccia di una tata? Si possono amare due donne (due madri o due mogli) allo stesso modo? Personaggi femminili, temi intimistici, trama aggrovigliata: c’erano tutti gli elementi per creare un polpettone rosa. Invece Rikka Pulkkinen, classe 1980, è autrice brava e capace. Gioca con l’introspezione, capisce di psicologia e ci regala, alla fine, un ritratto intenso di tre, anzi quattro donne, che è davvero difficile dimenticare dopo aver letto l’ultima pagina del romanzo.

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