Una giovane levatrice nella Londra povera

Chi avesse visto su Rete 4 il social drama prodotto dalla BBC L’amore e la vita, avrà avuto la curiosità di leggere la trilogia dedicata dall’infermiera Jennifer Worth alla sua esperienza come levatrice nell’antica zona proletaria dell’East End londinese. Il libro ci dona storie di vite spezzate, guarite, salvate. I racconti passano attraverso un secolo di società inglese, dalla memoria di Jenny, giovane levatrice laica andata a lavorare tra le suore di Nonnatus House. È proprio tra gli ospizi dei poveri in una realtà di violenza e di incesti dove l’abisso della perdizione si trasforma in amore per la vita, che nascono l’orgoglio Cockney e la solidarietà sociale. Un salto nella Londra proletaria dei Docks, fatta di scaricatori, commercianti che parlano uno slang “invertito” (resoci in lingua originale), orfani, stanze di dickensiana memoria. Tra Poplar e la Isle of Dogs si consumano racconti di reduci di guerra, all’alba del Sistema sanitario nazionale. Il realismo estremo unito al pathos di denuncia tiene incollati alla pagina fino alla fine.

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Jennifer Worth, Tra le vite di LondraSellerio Editore, Palermo 2015, pp. 432, 15 euro

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