Una discesa agli inferi sognando la vendetta

È una discesa agli inferi l’ultimo romanzo di Marco Vichi, scrittore (anche autore di testi teatrali e di racconti) premiato nel 2009 con il prestigioso premio Scerbanenco per il miglior romanzo “noir” italiano. Dialoghi brevi, stile essenziale e linguaggio impietoso raccontano una vicenda intrigante, che trascina il lettore in un gorgo di odio e vendetta snodandosi in un intreccio appassionante, con la tecnica cinematografica del flash back, tra un regolamento di conti, la caccia al colpevole e il coinvolgimento di più personaggi , anche inconsapevoli e innocenti, vittime e carnefici. Il ritmo si fa sempre più sostenuto da quando un vecchio barbone, che vive di stenti lungo l’Arno, rivede in un manifesto colui che ritiene essere la causa della sua vita disperata: uno scienziato atteso dall’America per un importante convegno sulla biogenetica. Da lì la memoria di un equivoco finito in tragedia, il dolore che si rinnova, il disprezzo, la determinazione nella ricerca della vendetta che coinvolgerà altri personaggi altrettanto (se non di più) miseri e degradati. Tra gli anni ’30 e ’40, sullo sfondo del nazifascismo e dello sterminio ebraico, lo scrittore, ostentando il gusto per il macabro e descrivendo con incisività atmosfere e sensazioni, condurrà il lettore nelle pieghe più profonde del male, a scrutarne gli angoli più torbidi e inquietanti. Anche l’amore, motore della vicenda, sembra sconfitto da tante turpitudini e soccombe senza riscattare nessuno. Resta, protagonista di tante azioni umane, solo un immenso odio, con la sua spirale di violenza, un gorgo dannato che nega la vita portando solo morte e un senso di profonda nausea.

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MARCO VICHI, La vendetta, Casa editrice Guanda, Milano 2012, pp. 206, 16 euro

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