Nel solco del grande romanzo popolare americano si inserisce l’ultima opera di Henry Roth, raccolta postuma di frammenti di flussi di coscienza che l’autore in fin di vita aveva stilato come prosecuzione di Alla mercè di una brutale corrente, che si concludeva con la decisione di Ira Stigman, ebreo aspirante scrittore portato in tenera età nel Nuovo Mondo, di andare a vivere con Edith Welles e staccarsi dai legami familiari per intraprendere una strada autonoma. Qui il protagonista vive la frantumazione di un sogno e pian piano, dalla comunità borghese di artisti di Yaddo dove si fa mantenere, scappa in cerca di un’identità e della ispirazione che non trova più, in un viaggio picaresco in cui incontrerà personaggi-archetipi, come proiezioni del subconscio. La formazione, Bildung, si trasforma in Einweihung, iniziazione, che lo riporta all’inizio del percorso di vita e che era alla base delle esperienze del piccolo David Shearl del capolavoro Chiamalo sonno. Sullo sfondo la Grande Depressione, il fascismo americano, il comunismo ipocrita dell’amico Bill Loem, il razzismo, la guerra civile spagnola, l’Hollywood che annebbia l’ispirazione artistica ma anche la voglia di costruire un paese migliore da parte di gente comune, come i genitori della moglie M., con cui il protagonista si scontra parlando dell’epopea di Furore di Steinback. Da Cincinnati a New York, un viaggio che attraversa come la vita dell’autore la povertà claustrofobica e la curiosità verso il mondo esterno, nel tentativo di trovare un senso nell’amore: fino al lenzuolo della morte che, gettate le catene, scende come rugiada a coprire il sonno della notte.
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HENRY ROTH, Un tipo americano, Garzanti editore, Milano 2012, pp. 304, 18,60 euro
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