Un viaggio nel dolore per sconfiggere il male

Il titolo Terremoti rimanda ai tanti drammi dei tre racconti, due dei quali decisamente horror e inquietanti, tutti dal ritmo incalzante: oltre la cortina di calma banalità, sconvolgimenti e devastazioni scuotono l’umanità intera, dannata dal male. David Peace colloca i fatti in Giappone, suo paese d’adozione. Con stile secco e tagliente, nei tre racconti da brivido in cui si alternano e sovrappongono con abilità piani temporali e spaziali diversi, usa le parole per esorcizzare crimini contro piccole donne e dolori immensi nella distesa di morte dopo il sisma del Kanto del 1923, che pare annunciare lo tsunami del 2011. In tanta brutalità, in cui il male si perpetua, la sfida è guardare in faccia il dolore ed entrarci dentro per poterlo sconfiggere, poiché la memoria fa affiorare demoni indicibili. Non serve usare la retorica per narrare le ferite profonde, ma solo incisività ed essenzialità, a cui affiancare pietà e partecipazione. Perchè lo scrittore, inorridito da tanta dannazione, vede un’unica possibilità di rinascita: mettere ordine nel caos dei ricordi e guardare in faccia il male.

_____

David Peace, Terremoti, Il Saggiatore Editore, Milano 2013, pp. 64, 10 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA