Un viaggio ai confini di un Suffolk surreale

Uno schizzo di un viaggio, una lunga camminata nei campi del Suffolk, la regione dell’Inghilterra meridionale dove Sebald, il prolifico scrittore tedesco, visse gli ultimi anni della sua vita, offrono il destro per la rievocazione, attraverso la visione di un paesaggio quasi immutato nel corso degli ultimi centocinquanta anni, di un passato che sta lentamente scomparendo in una delle regioni più bucoliche e incontaminate della vicina Albione. In uno spazio delimitato da mare, colline e qualche rara città costiera, un tempo opulenta e ora sonnecchiante, attraverso grandi proprietà terriere dai nomi altisonanti legati alla grande aristocrazia insulare ora in piena decadenza, ai margini di quei campi di volo da cui si alzavano i bombardieri della RAF per colpire la natia Germania. Viandante saturnino, Sebald ci racconta così di una serie di improbabili compagni di viaggio, personaggi bislacchi, bizzarri, rievocando passati splendori e vicende umane come quelle di Conrad, viaggiatore incallito anch’egli e in un certo qual modo profugo dalla natia Polonia e poi dagli orrori del Congo, di Chateubriand, altro esule in Inghilterra, o ancora di Edward FitzGerald, l’eccentrico interprete della lirica persiana. Non solo persone, ma anche oggetti, che aprono squarci improvvisi nel tessuto del racconto che legano la storia antica ai nostri giorni, da quei reperti delle regioni remote del pianeta la cui storia affonda nella notte dei tempi approdate in questa remota landa inglese al tempo dell’impero, sino alle violenze recenti dell’ultima guerra mondiale.

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