Un noto disegnatore dietro il microfono

Tullio Pericoli è marchigiano come Giacomo Leopardi. E come il “giovin favoloso” decantato dalla Ortese, si pone in ascolto di chi e di cosa lo circonda. Quindi anche dei costumi nazionali. Ad ogni modo e aldilà delle posizioni, resta il fatto che i libri dell’uno e le opere dell’altro restano alla portata di tutti e di tutte le tasche, almeno per il secondo, quando la visione è derivata da esposizioni e illustrazioni in quotidiani e riviste. L’allungo è servito per scodellare sul desco il nuovo aureo libretto di Pericoli, che oltre a essere il magnifico disegnatore e pittore che conosciamo è soprattutto artista che non smette di riflettere sul suo lavoro e sulla sua collocazione nel mondo. Il suo punto di vista è esplicitamente morale (e non moralistico, ecco il legame con il suo illustre corregionale) e lo dimostrano le risposte alle innumerevoli e puntute domande di Domenico Rosa, che trovano luogo in Pensieri alla mano. Così si viene ad apprendere come Pericoli avverta la responsabilità mentale e pratica di come rapportare la sua idea di opera alla pratica manuale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA