Un giovanissimo 007 nel caos del Maghreb

Forse è un caso, ma se non lo fosse si dovrebbe riconoscere a Colizza di aver un ottimo intuito socio-politico sullo scacchiere internazionale. Il plot del suo esordio letterario anticipa perfettamente quello che in questi mesi sta avvenendo in Africa del Nord: la ribellione, giorno dopo giorno, delle popolazioni dalla Tunisia alla Libia. Guerriglie, ribellioni, sollevamenti di popoli oramai ridotti allo stremo contro i loro governi. Con una diversità (per ora) rispetto alla situazione attuale: l’obiettivo delle rivoluzioni è quello di cedere il potere ad un unico dittatore capace di unire, in un grande impero, un territorio che va dall’Oceano Atlantico al Sinai e oltre, delimitato a nord dal mediterraneo e a sud dall’Africa intera. Insomma, uno sconquasso per l’Occidente di proporzioni politiche eccezionali. Così grande da - e qui il romanzo prende un’altra via (per ora) dall’attualità - da costringere il Centro di Intelligence della Marina Italiana a trovare un uomo in grado di opporsi alla situazione. Colizza - che è stato ufficiale di Marina fino al 2008 e responsabile della Sezione Ricerca e Sviluppo del Centro di Intelligence Interforze del Ministero della Difesa - trova così il suo alter ego letterario nel giovane ufficiale Alessandro Trevi che si rivelerà la persona giusta al posto giusto. In una corsa contro il tempo tra Marsiglia, Tunisi, Roma e Algeri, Trevi si troverà alle prese con una rete che minaccia di far esplodere l’intero Maghreb, composta - tra l’altro - da un trafficante d’armi e da uno scienziato disperato.

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FILIPPO COLIZZA, Agente sacrificabile, Mondadori Editore, Milano 2011, pp. 403, 18,50 euro

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