Un gelido tormento sul senso della vita

Accurato e con una prosa colta, il libro non sorprende se a scriverlo è un grande studioso come Romano Luperini, autore di quei manuali di Storia e Letteratura che hanno impegnato la nostra adolescenza. Parte di una trilogia di romanzi iniziata con La rancura, che analizza il rapporto padri-figli, e continuata con L’uso della vita sulla rivoluzione mancata, quest’opera ci parla degli ultimi momenti di vita di Valerio, il narratore, sopravvissuto a una malattia e intento a chiedersi quale sia il significato del suo percorso. Perciò ricorda il Sessantotto, la caduta del Muro di Berlino e Mani Pulite che colpì suo fratello. Ma a ossessionarlo è Claudine, un’allieva dell’università da cui è attratto e con cui tornerà a vedersi... L’alternarsi della prosa alla forma epistolare non aiuta la leggibilità né l’espressione dei sentimenti, che non riesce a inverarsi in una forma poetica. Così il libro risulta pesante, infarcito di francesismi e assiomi-verità, e mantiene una freddezza che si ferma alla superficie senza cogliere anche l’insensato di una forma di vita.

Romano LuperiniL’ultima sillaba del versoMondadori editore, Milano 2017, pp. 254, 19.50 euro

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