Un “fiume in piena” che rompe ogni argine

La dolorosa e travagliata storia di una testimone nell’Europa d’oggi, un’ Europa alla deriva, e nel suo paese, la Romania, iniziata con Anestesia delle nevi (La Vita Felice, 2013) continua in questi versi su un “dilavamento” esistenziale con “basso continuo”. Con un disagio, uno struggimento e una brevitas pari a quelli dei pezzi carichi di silenzio e angoscia e aforistici del compositore György Kurtag, in uno squadernarsi di brevi impressioni fortemente metaforizzate. Su brani che paiono lacerti di “lettere” di un lungo addio, e testimonianze sul limite di una prossima cancellazione, Macadan squinterna il suo severo viaggio. Come un fiume in piena non si sa se romperà gli argini e quando si cheterà: per ora i materiali trascinati sono molti per qualità e quantità, primo o poi necessiterà una svolta, una determinazione. Per tutte le poesie: «Giro la pagina / nella parola / come se frontiere bagnate di lacrime crescessero / fino al cielo / sogni seppelliti / sotto i titoli accademici /la diplomazia mette il giro faro / entra su una strada europea / chiusa al traffico».

Eliza Macadan - Passi passati - Joker Edizioni - Novi Ligure 2016 - pp. 86 - 14 euro

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