Un cinghiale saggio tra Calvino e Cassola

La saggezza zen di un cinghiale tra gli umani bizzarri di Calvino. Un romanzo sorprendente che sperimenta un linguaggio fuori dal comune. Cesellando ogni parola nella vicenda surreale di un cinghiale con il dono della parola, l’autore, che ha collaborato al film di Caligari Non essere cattivo, ci mostra la comunanza e la fragilità tra mondo umano e animale. Con un inizio che sa di Cassola e un andante che prende il brio de Le cosmicomiche di Calvino, Meacci ci racconta con una lingua funambolica (in appendice il dizionario di “cinghialese”) di un borgo qualsiasi dalle parti del Trasimeno, agli oscuri annunci di un secolo nuovo. Mentre la vita procede tra donne che tradiscono i propri uomini e avvocati canaglia, una comunità di cinghiali scorrazza nei boschi e uno di questi diventa misteriosamente consapevole della morte. Ciò lo isola ma gli dà la capacità di leggere nel cuore degli abitanti del borgo. Un valzer picaresco di vite che vanno dal banale all’insolito; un romanzo sfrenato, onnivoro, da leggere insieme alle divagazioni su Pasolini professore (Improvviso il Novecento).

Giordano MeacciIl cinghiale che uccise Liberty ValanceMinimum Fax, Roma 2016, pp.452, 16 euro

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