Trentadue gioielli del maestro Puškin

Sono pochi i poeti europei, in diverse tradizioni e attivi nel primo Ottocento, che hanno la qualità di Aleksandr S. Puškin: Goethe, Leopardi, Pëtofi, Macha e pochi altri. Trentadue poesie del grande scrittore russo sono presentate in una nuova versione di Paolo Statuti, con un’ introduzione critica di Antonio Sagredo. La scelta, testo a fronte, copre un periodo del poeta che va dal 1816 (anno che precede la fine del tempo liceale) al 1836 (anno che precede la morte del poeta). Un’ottima traduzione, questa di Statuti, che tenta di conservare nell’eleganza e sonorità della lingua italiana l’inarrivabile dettato, anche di rime per quanto possibile, dell’originale. Per tutte le poesie Le tre fonti : «Nella steppa del mondo, triste e sconfinata, / Sgorgarono tre fonti come d’incanto: / Della giovinezza – rapida e ribelle - / Ribolle, corre, brillando e gorgogliando; / La fonte di Castalia che con l’ispirazione / Nella steppa del mondo gli esuli disseta, / L’ultima fonte – La fredda fonte dell’oblio, / Che più di tutte placa la febbre del poeta».

_____

Aleksandr S. Puškin, 32 Poesie, CFR Edizioni, Piateda 2014, pp. 104, 10 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA