Tradimenti e misteri nelle terre del Nord

Una chiesa semideserta nel mezzo della campagna norvegese, dove solo un piccolo gruppo di intimi assiste ad un funerale, quello di Karsten Wiig. Questo l’incipit dell’ultima fatica di Helene Uri, apprezzata e conosciutissima scrittrice scandinava, che ripercorre attraverso la visione di alcuni dei partecipanti di quell’atto funebre, la figlia Henriette, che ultimamente si è riavvicinata al padre, e il magistrato ormai in pensione Edvard Friskabbe, che sente ormai anch’egli la vicinanza della morte, la vicenda umana del protagonista. Tra continui flashback, ritorni al passato, frammischiati alla vicende odierne dei vari attori narranti, si snoda così una vicenda dai contorni inquietanti avviatasi vent’anni prima quando Marianne Wiig, tormentata dal tradimento del marito con la più giovane Barbara, decide di rivolgersi al giudice Friskabbe, persona nota in tutto il paese per il suo altissimo attaccamento alla giustizia e il suo fortissimo senso del dovere, per svelargli i dubbi che la stanno lacerando e che hanno portato il suo matrimonio con Karsten ad un punto di rottura. Marianne, infatti, ha il tragico sospetto, un tarlo interiore che la sta divorando lentamente da quando ha scoperto l’infedeltà coniugale del compagno, che il marito stia abusando delle giovani figlie ed è ben decisa a porre fine a questa situazione. Tra sospetti, indagini delle autorità alla fine Karsten viene arrestato e condannato, ma a molti anni di distanza il giudice Friskabbe ha il tragico sentore di aver fatto condannare un innocente.

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