Tornano i vecchietti esperti di “cold case”

Tornano gli straordinari vecchietti al bar di Marco Malvaldi, capaci di scovare questa volta un intricato “cold case” (“caso freddo”) del 1990 da risolvere grazie alla memoria dei quattro arzilli impiccioni. Ma non saranno solo loro a portare alla conclusione la trama del giallo nostrano: il protagonista indiscusso sarà ora Massimo il “barrista” in un percorso pur accidentato da tormenti personali, da guai fisici e complicazioni psicologiche aggravate dall’età oramai adulta e dalla condizione sfavorevole in cui si trova. Massimo è separato, solitario, infelice eppure approdato finalmente nella verde oasi di una casetta con giardino tutta sua che sarebbe un paradiso se non fosse funestata da una vicina detta Gorgonoide per l’aspetto ripugnante e l’abitudine di friggere in un olio dall’odore insopportabile, perdipiù dalla mattina alla sera. In questo libro la vicina avrà solo la sua punizione ma il lettore è destinato a ritrovarla nei capitoli successivi della strepitosa saga toscana. Malvaldi infatti, come dimostra ancora una volta, non lascia mai nulla indietro e la sua capacità affabulatoria, nasce proprio dal suo talento di grande chef che sa dare gusto ad ogni ingrediente, anche i più insospettabili, creando piatti sorprendenti. E allora, senza svelare la trama del giallo e deludere i lettori che il giovane scrittore di Pisa si merita - anche grazie alla sua verve comica e il linguaggio che ben s’inserisce in certa tradizione letteraria - si può dire che ogni elemento della conoscenza e della storia torna utile per ricostruire la trama di una vicenda di tanti anni prima.

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