Sulla soglia dell’aurora

Nel lungo libro-intervista a monsignor Loris Francesco Capovilla pensieri e “ricordi” del Concilio

Il prossimo ottobre monsignor Loris Francesco Capovilla compirà 96 anni. Da “giovanotto”, sacerdote da più di sessanta. Per oltre un decennio - prima a Venezia, poi in Vaticano -, è stato segretario particolare di Angelo Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia (1953-1958) e Pontefice con il nome di Giovanni XXIII (1958-1963). Un “fedelissimo”, che gli restò accanto con grande affetto e rispetto, condividendone l’impegno per tutta la durata del Concilio Ecumenico Vaticano II. Gli scaffali delle biblioteche traboccano di libri su Giovanni XXIII e sul Concilio, ma i ricordi personali, i commenti, le analisi di monsignor Capovilla sono un’altra cosa in fatto di convincimento e di penetrazione: hanno l’intensità e lo slancio che era nel Concilio. Di uno che coltiva - dall’8 dicembre 1965, data della sua chiusura solenne in piazza San Pietro -, la convinzione che «spetta a ciascuno di noi approfondirne il senso e volerne l’attuazione». In questi giorni, a cura del saggista e storico Ernesto Preziosi, direttore della Promozione

Istituzionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è in libreria nella collana Interviste della Editrice La Scuola di Brescia Ricordi dal Concilio. Siamo appena all’aurora. Ce n’era bisogno? Non se ne sa abbastanza sul suo periodo giovanneo (dal 25 gennaio 1959, data dell’ annuncio, al 3 giugno 1963, data della morte di Giovanni XXIII) ? E di quello successivo, aperto da Paolo VI il 29 settembre 1963 con un Regolamento riveduto fino alla cerimonia in cui il Papa promulga i documenti sulla libertà religiosa, sulla attività missionaria, sul ministero e la vita dei presbiteri e sulla Chiesa nel mondo contemporaneo?Bastano poche righe per convincersi. Sarà anche un assioma che il Concilio è il più importante evento del XX secolo, i cui effetti e risonanze si trovano ben oltre i confini della compagine ecclesiale. Ma non possiamo trascurare l’esigenza di tenere viva con intelligenza e pazienza la sua continuità, Ci saranno stati anche fraintendimenti, voci contrarie su certi argomenti, problemi e ostacoli, ma senza il Concilio non avremmo forse avuto un papa polacco, la riforma liturgica, una curia internazionalizzata, un processo interno in atto (anche se con difficoltà e rallentamenti). Impossibile non riconoscere oggi che il volto della Chiesa è diverso, che effettivamente parecchio è cambiato, che la Chiesa cammina nella storia, ha una dimensione mondiale, è attenta ai segni dei tempi.Perché allora c’è ancora chi seguita a dichiararsi «disilluso» e a lamentare «l’esiguità» dei risultati ? La risposta di Capovilla è di speranza:«…Nulla va perduto. Il vento dello spirito trasporta ovunque la semente della Parola. Nel frattempo rimaniamo fiduciosi e laboriosi…». Nel libro-intervista non insiste su questioni specifiche, in tecniche di analisi testuali. Lascia intendere con prudenza i problemi, di «tirocinio» come dice Ernesto Preziosi citando Routhie. Non drammatizza. Lo sguardo è sul cammino della sua attuazione, sui rischi di obnubilazione. Una volta alla Radio Vaticana disse: «È ridicolo parlare di rivoluzione quando si descrive il cammino della Chiesa. C’è un rinnovamento nella continuità». Nel libro, rivolto ai giovani, non gli è perciò difficile far riconoscere che il Concilio è stato molto di più di una manciata di aggiustamenti della Chiesa cattolica al mondo contemporaneo, molto di più di qualche cambiamento delle forme liturgiche, e sicuramente più dei giochi di potere di alcuni dignitari. I suoi ricordi dal Concilio non prendono in considerazione le categorie di «progressismo» e «conservatorismo», di «maggioranza» e «minoranza», che probabilmente ritiene delle astrazioni. L’acutezza dei suoi ricordi sono tutti sull’evento, sui passi essenziali, sul clima, sulla natura di certi «incontri» con gli uomini che hanno costituito il passaggio a uno stile improntato al dialogo, all’ascolto dei segni dei tempi, alla simpatia nei confronti dell’umanità. Ripete con il grande pontefice: «Siamo appena all’aurora» . L’incoraggiamento è per tutti ad assumere un ruolo attivo nell’opera della Chiesa.

(LORIS FRANCESCO CAPOVILLA, Ricordi dal Concilio. Siamo appena all’aurora Editrice La Scuola, Brescia 2011, 9,50 euro)

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