Stereotipi in galleria nel “Giorno della iena”

«Due settimane prima». Ma prima di cosa? Per chiarire il mistero contenuto nel titolo del primo capitolo (ripetuto con diverse scansioni temporali nei successivi nove), basta ascoltare quello che hanno da dire i personaggi che popolano il primo romanzo del 38enne Stefano Lorefice, uscito nel 2010 e riproposto oggi in una versione riveduta e corretta dalla casa editrice Giraldi. Un innamorato tradito, un gangster della “mala” milanese, una ballerina di Pigalle e l’uomo che si ammazzerà per lei, uno scrittore che vive (e parla) con il fantasma di un partigiano: prototipi di un’umanità stereotipata che Lorefice introduce uno alla volta, adottando un registro diverso a seconda di chi in quel momento si trova in scena. Un esercizio di stile ambizioso, ma degli esiti talvolta scontati (il burocratese dell’ispettore di polizia, l’intercalare “à la Holden” del giovane squattrinato), come se l’autore, per timore di non caratterizzare con sufficiente efficacia i vari personaggi, avesse calcato un po’ troppo la penna, finendo per trasformarli a volte in banali macchiette.

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Stefano Lorefice, Il giorno della iena, Giraldi Editore, Bologna 2014, pp. 97, 10 euro

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