Se il Bardo ritornasse per scrivere di politica

Un viaggio paradossale visto con gli occhi di un redivivo Shakespeare nel mondo della politica italiana, quello di Marco Follini. L’orizzonte onirico creato dal bardo nelle sue grande tragedie, che hanno plasmato la civiltà letteraria dell’occidente, è così il punto di partenza per analizzare lo stato odierno della nostra politica. Un universo fatto di verità politiche contrastanti, dove si affollano urla, promesse e imbrogli, proclami e furbizie da baraccone, in cui sovente quello che manca è l’onestà intellettuale. Una realtà che sovente supera di gran lunga la finzione letteraria quella analizzata da Follini, ricca di similitudini coi personaggi creati dal drammaturgo in cui l’evasione cercata tra le pagine del bardo è un modo per ritrovare il senso delle proprie azioni, per immaginare un’altra politica.

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M. FOLLINI, Io voto Shakespeare, Marsilio, Venezia 2012, pp. 111, 10 euro

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