Scrittori sull’orlo della crisi tra vezzi, miti e oppressori

Un romanzo a episodi dove i vari protagonista dei racconti, tutti scrittori o presunti tali, si dibattono tra il silenzio e la malattia mentale. Esseri viventi che non vivono, come Kurilin l’analfabeta, che rievoca il terrore staliniano a delle bambole di ferro che sembrano ascoltarlo; o che sono già morti, come Maria Trecentotredici, che tiene una conferenza sulla scrittura nell’oscurità totale che segue il suo decesso. Una serie di situazioni assurde e paradossali che Volodine sfrutta per poter mettere alla berlina la società letteraria coi suoi vezzi, sovente con un’ironia corrosiva con la quale si diverte a prendere in giro le mode e i miti di questo mondo, tratteggiando così un universo oscuro e disperato, ma allo stesso tempo carico di passione e insofferente all’oppressione di qualsiasi potere.

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Antoine Volodine, Scrittori, Edizioni Clichy, Firenze 2013, pp. 185, 16 euro

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