Ricordi e rimpianti di Fenoglio: per Carofiglio è tempo di bilanci

Nel nuovo libro del magistrato-scrittore torna un personaggio amato dai lettori

Puntuale e immediato, ironico e tagliente: un ennesimo successo letterario per il romanzo “La versione di Fenoglio” di Gianrico Carofiglio, questa volta articolato tra dialoghi, racconti e riflessione saggistica. Quando l’anziano maresciallo Pietro Fenoglio, presente per la terza volta nei romanzi dello scrittore-ex magistrato, e il giovane Giulio Crollalanza, che sogna di diventare scrittore, s’incontrano casualmente nello studio di un fisioterapista, dove avvengono sedute di riabilitazione, scatta immediata l’empatia. E la domanda che si fa il lettore e che crea sospensione e curiosità è: che cosa legherà i due, uno quasi alla pensione, deciso e ricco d’esperienza, l’altro timido e alla ricerca di sé, l’uno dal nome dello scrittore Beppe Fenoglio, l’altro con lo stesso cognome di Shakespeare? Tra i due s’instaura subito un rapporto di confidenza e di stima e con spontaneità discettano sui propositi giovanili e sulle scelte, sul sogno e la realtà, sulla menzogna e la verità, sulla sospensione dell’incredulità, sugli schemi sociali. «Ci sono vari modi per guardare il mondo e gli altri. Il più diffuso consiste nell’assegnare etichette e attenersi ad esse… uno strumento di selezione degli stimoli... Vediamo, percepiamo ciò che corrisponde all’etichetta e scartiamo quello che la contraddice».

I dialoghi si fanno sempre più intensi e, mentre il maresciallo rievoca ad ogni incontro le sue vicissitudini professionali e umane di vicebrigadiere ventitreenne, tra i due nasce l’intesa, argomentando di ridondanza dell’ego, letteratura, storia e, soprattutto, investigazione. «... un concetto fondamentale del mondo delle indagini e dei processi: tutti … mentono agli altri e mentono a se stessi. Mentono sulle loro azioni e … sui veri motivi di quelle azioni. Ci sono quelli che lo sanno, pochi, e quelli che non lo sanno, la maggioranza».

Un po’ saggio, un po’ romanzo d’investigazione, un po’ riflessione morale, come in una matrioska, una pagina dopo l’altra si aprono nuovi orizzonti del sapere, e la lettura si fa sempre più interessante nel confronto: come uno scrittore, l’investigatore si guarda intorno, non dà nulla per scontato così comincia a vedere ciò che è attorno, registra cose come se non le avesse mai notate nessuno, mette in discussione ipotesi e convinzioni perché, a dirla con Eistein, «la pazzia è continuare a fare la stessa cosa aspettandosi risultati diversi

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