«Questa volta ho voce di donna»

«Avevo tanti dubbi su questo romanzo e mi chiedevo se lasciarlo in un cassetto», confessa Javier Marias, in occasione dell’uscita in Italia di Gli innamoramenti che invece la critica ha posto subito accanto alle sue opere più riuscite, da Un cuore così bianco a Domani nella battaglia pensa a me e Nera schiena del tempo che Claudio Magris ha definito «testi indimenticabili». La verità è che questo nuovo lavoro arriva dopo il grande impegno pluriennale per la scrittura della monumentale trilogia Il tuo volto domani, che Marías giudica la sua cosa più alta

e, dopo la quale, diceva che non sapeva se avrebbe più scritto romanzi. Invece sorprende ancora i suoi lettori, sia per la qualità del romanzo, sia per la novità dell’io narrante, che è una donna, Maria Dolz: Ogni mattina, in un bar, lei osserva da lontano una «coppia perfetta», come la chiama, di agiati signori, la cui tenerezza e complicità le dà la forza di affrontare col sorriso la giornata. Finché un giorno non li vede più e spera che lui «sia stato ucciso dopo un diverbio casuale, forse per sbaglio, comunque stupidamente», come ci dice l’autore, spiegando: «Fino a questo punto la storia è vera e accadde a una sua amica una decina di anni fa, poi, dalla morte dell’uomo in avanti, con Maria che contatta la vedova, inizia il romanzo vero, su cui è bene non anticipare troppo al lettore».Anni fa aveva dichiarato che non pensava sarebbe mai riuscito a prendere i panni di una donna, come invece ora è accaduto, perché «solo una donna poteva essere la protagonista. Se invertissimo i sessi dei personaggi non funzionerebbe più nulla. Il fatto è che ormai sono troppo abituato a scrivere in prima persona. Certo all’inizio, nei panni di Maria, mi sentivo un po’ scomodo e anche timido, pieno di dubbi. Poi ho messo da parte tali problemi e oggi la stragrande maggioranza delle lettrici trova Maria molto verosimile, e apprezzano la sua capacità di non sottendere sempre, come accade di solito nei romanzi, il suo essere donna e il suo non giudicare gli uomini in quanto tali». E aggiunge, nel suo buon italiano: «Il mestiere dello scrittore è osservare, vedere, ricordare come è stato trattato, guardato, aspettato, interpellato in questo caso da una donna, anche se io non sono mai riuscito a avere relazioni lunghe e una convivenza con una compagna. Anche la mia attuale, che pure dura da molti anni, vive a Barcellona, mentre io sto a Madrid, e questo è bello perché significa che ogni giorno dobbiamo cercarci».Ne Gli innamoramenti però si fa legge quanto sia bello svegliarsi ogni mattina e vedere per prima cosa il volto dell’amato, che intenerisce e dà forza di affrontare la giornata. «Lo dice comunque una donna, ma certo lo scrivo io. La verità - spiega lo scrittore - è che questa è la caratteristica del pensiero letterario, che può essere contraddittorio e dare forza di verità anche a due cose che paiono opposte, al contrario del pensiero filosofico o scientifico, che deve essere coerente e consequenziale». Marias è scrittore di assoluta finezza psicologica, il cui racconto pare certe volte dilatarsi, rallentare nella ricostruzione di particolari e di pensieri, legati sempre a qualcosa che è già accaduto, «così c’é la distanza temporale e psicologica per guardarle meglio» e per questo c’é sempre una morte, che sigilla quel che è stato, all’inizio o quasi dei suoi libri. In essi ritroviamo anche altre caratteristiche, come quella che lui definisce «gli orecchi non hanno palpebre, per cui si sente anche quel che non si vorrebbe e che ci entra dentro e magari ci cambia». Mentre confessa che in Diaz-Varela, l’uomo che si pone tra Maria e la vedova, «ha qualcosa di me da giovane: dò sempre cose mie ai personaggi più sgradevoli o antipatici, pensando a come mi giudicano e vedono gli altri».Infine, parlando delle sue finissime e sorprendenti letture di Shakespeare, invita tutti «a leggere con attenzione, a cogliere ricchezza enigmatica di un autore, che ci appare diverso a ogni lettura se riusciamo, ed è possibile, ad affrontarlo ogni volta come fosse la prima volta che lo leggiamo e a esplorare quelle strade cui lui ha solo accennato».

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JAVIER MARIAS, Gli innamoramenti, Einaudi, Torino 2012, pp. 310, 20 euro

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