Quell’ospite invisibile che scava nell’anima

Giancarlo Scapin è uno dei maggiori scultori europei in ceramica: la sua attività artistica e magistrale è nota a livello internazionale e spesso si reca in varie parti del mondo a tenere corsi partendo dal suo laboratorio di Schio, sede di iniziative culturali. Artista di vasti saperi e sapienzialità antica si è cimentato questa volta in un itinerario nel “pianeta” dell’ospite invisibile, il tumore, la malattia: Scapin scrive: «In questa sofferta vicenda umana mi ha indotto l’incontro con Franco, il protagonista. La sua frequentazione mi ha fatto partecipe di un’esperienza come se mi riguardasse personalmente sia nella complessità dei pensieri e sia nell’impegno ad accompagnare la ricerca di una forza liberatoria e risanatrice». Così questo “diario” di una convivenza vuole assurgere a livello di esemplarità e di “corrimano”sapienziale. L’introduzione di Margherita Pieracci Harwell bene mette in evidenza questo intreccio di “cronaca”, dato e sapienzialità, gli orizzonti di consapevolezza ed ampliamento del senso e di una visione e di un dualismo che Benite Costa Rodriguez ben mette in evidenza nella considerazione che «quando la vita ti dà mille ragioni per piangere, dimostra che hai mille e una ragione per sorridere». Come avrà compreso il lettore la forma diario lascia spazio ad una varietà e complessità di itinerari che si giova di altre forme: l’epistola, l’aforisma, la digressione sapienziale, il dialogo, e la pura narrazione fattuale. Il libro è inoltre elegantemente illustrato da alcuni acquerelli dell’artista.

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GIANCARLO SCAPIN, L’ospite invisibile, Banca Alto Vicentino Edizioni, Vicenza 2012, pp. 158 s.i.p.

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