Quell’Italia soffocata da “Padrini e padroni”

Senza alcuno sconto né per le istituzioni né per l’imprenditoria criminale: coraggioso e intriso di verità amare, l’ultimo libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso è una denuncia che non lascia scampo. Gli autori snocciolano dati e riferimenti storici partendo dal terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908, quando i soldi stanziati per la ricostruzione finirono nelle mani dei boss, e arrivano fino al terremoto dell’Aquila. L’infiltrazione mafiosa estende i suoi gangli dalla politica alle opere pubbliche, alla sanità e allo sport (partite truccate, scommesse clandestine). Gratteri tratteggia una linea nera di corruzione, scambi di favore, riciclaggio di denaro, seguendo la via della cocaina e le stanze buie della politica, portandoci fino a Sedriano, in Lombardia, dove le ‘ndrine da decenni la fanno da padrone. In un sistema che allarga la forbice tra ricchi e poveri, perché le classi dirigenti fanno poco per combattere la criminalità economica? L’acuta analisi termina in domande che spetta al lettore raccogliere come le briciole di pane di Pollicino.

Nicola Gratteri - Antonio NicasoPadrini e padroniMondadori, Milano 2016, pp. 207, 18 euro

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