Quelle “macchiette” raccontate da Collodi

di Amedeo Anelli

I volumi finora usciti - e questo è il secondo - dell’Edizione nazionale delle Opere di Carlo Lorenzini, alias Collodi, hanno il merito di coniugare accessibilità per il grande pubblico con rigore filologico, cosa non facile in opere simili. Le prefazioni sono affidate a scrittori di chiara fama e di sicura penna e i saggi introduttivi e gli apparati ai maggiori esperti collodiani. Merito di questo alle istituzioni preposte, in primis alla Fondazione Collodi e all’editore Giunti, ma anche sicuramente del presidente del comitato scientifico Daniela Marcheschi che da decenni si batte per restituire Collodi alle dimensioni di scrittore europeo che si merita. Le Macchiette (1880, ma alcuni testi risalgono ai decenni precedenti) mettono in luce come scrive Renato Bertacchini nell’Introduzione «la miopia dei ceti dirigenti, l’arretratezza culturale, il parassitismo, l’ipocrisia, la frivolezza, l’arrivismo e l’assalto alle istituzioni di gruppi sociali dagli orizzonti mediocri». Il “militante cronista-narratore” Collodi ci diverte e ci fa pensare, anche per l’oggi e ci aiuta come scrive in una brillante prefazione Ernesto Ferrero «a capire un po’ meglio la nostra storia letteraria e la nostra storia unitaria». La cura del volume è dello studioso spagnolo Fernando Molina Castillo cui si deve, fra l’altro, una splendida edizione spagnola delle opere di Collodi (Las aventuras de Pinocho. Otros relatos, Madrid, Cattedra, 2010). Precisa ed agile la sezione delle varianti. Attendiamo ora il terzo dei quattordici volumi: Le avventure di Pinocchio.

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CARLO LORENZINI, COLLODI, Volume II, Macchiette,Giunti, Firenze 2011, pp. 314, 30 euro

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