Meridionali naturalmente criminali per la loro conformazione fisica? La «favola efferata» dell’atavismo geografico marchiato Cesare Lombroso - costruita sull’analisi del cranio del brigante calabrese Giuseppe Vilella - viene smontata dall’antropologa Maria Teresa Milicia in questo volume nato per “difendere“ l’apertura del Museo storico di antroplogia criminale a Torino. Un lavoro costruito sui documenti dell’Archivio di Stato di Catanzaro e Lamezia Terme. «Lo scienziato non fece mai un’autopsia sul corpo di Villella che morì all’ospedale di Pavia nel 1864 e non l’ha mai neppure conosciuto» scrive l’autrice. E racconta che Lombroso, quando scoprì quella fossetta che era la prova anatomica del criminale atavico, non la legò a un’origine geografica: «Quindi la crociata anti-Lombroso non ha senso».
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Maria Teresa Milicia, Lombroso e il brigante. Storia di un cranio..., Salerno, Roma 2014, pp. 165, 12 euro
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